
Alla fine tutto sembra essersi concluso positivamente, ma sono state settimane veramente difficili per un 43enne originario di Mongiana e residente a San Sostene Marina. A raccontare le disavventure dell’uomo è il padre, scosso ed impaurito per aver rischiato di “perdere il figlio”.
I FATTI È la mattina del 3 luglio quando il 43enne avverte un malore e viene portato al Pronto soccorso di Soverato, da dove esce alle 15 circa. Il persistere dei problemi lo spinge a sottoporsi ad una visita da un cardiologo privato che consiglia la prova di sforzo. Il 18 luglio la scena si ripete: malore, corsa in Pronto soccorso a Soverato, ritorno a casa. Il padre insiste per nuove verifiche e tre giorni dopo la prova di sforzo (durata solo 4 minuti a causa delle difficoltà incontrate) viene eseguita presso uno studio privato di Vibo Valentia. Il medico, alla luce di quanto constatato, suggerisce una coronografia. Il 22 luglio c’è il terzo malore ed il ritorno al Pronto soccorso di Soverato, dove vengono portati i documenti relativi alla prova di sforzo eseguita. Peraltro, i familiari chiamano i carabinieri ritenendo non differibile l’accesso al Pronto soccorso. Qui l’uomo trascorre buona parte della notte. Preoccupato per quanto gli sta accadendo, il 24 si reca dal medico curante per richiedere il ricovero e, nella stessa giornata, si reca al Pronto soccorso dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, dove vengono eseguiti degli accertamenti, in particolare l’elettrocardiogramma. Qui viene rilevata la gravità della situazione e disposto il ricovero. Una prima coronografia permette di scoprire un’otturazione del 99% e un’ulteriore minore otturazione. L’iter di cura viene completato, la fase critica pare superata. La storia lascia comunque amarezza alla famiglia.
IL COMMENTO “Non chiedo vendette – commenta infatti il padre – ma mi sento obbligato a segnalare che io, grazie alla mia pensione, posso permettermi, come padre, di far svolgere qualche visita a mio figlio da medici privati. Sottolineo che mio figlio è vivo solo perché abbiamo potuto effettuare visite da medici privati. Però il mio pensiero va a chi non dispone, in questa nostra terra, di risorse sufficienti per poter ricorrere a visite e cure idonee per tutelare la propria salute. Mi auguro che fatti del genere non si ripetano più”. Non manca “un ringraziamento al reparto dell’ospedale ‘Pugliese’ diretto dal dottor Ciconte e, in particolare, alla dottoressa Nesta”.