Dopo i commenti dei ricorrenti in merito all’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato sulla procedura di assegnazione degli alloggi a seguito degli eventi alluvionali del 1972-73, è il sindaco Romano Loielo ad intervenire sulla questione e a rendere noto il suo punto di vista. Dopo aver ricostruito la vicenda – rimarcando che, prima della decisione del Consiglio di Stato, “con ricorso in data 27 settembre 2023 cinque cittadini, tra cui la moglie dell’ex sindaco di Nardodipace Antonio Demasi, proponevano ricorso al Tar di Catanzaro ai fini dell’annullamento della procedura” e che tale istanza veniva rigettata – il primo cittadino sostiene che “la sospensiva della procedura accordata dal Consiglio di Stato, se si vuole leggere con attenzione l’ordinanza, mira semplicemente a indurre il TAR di Catanzaro a fissare con sollecitudine l’udienza di merito, allo scopo di decidere definitivamente sulla questione, volendo scongiurare in tal modo eventuali danni agli interessati che non avrebbero aderito alla procedura entro il termine di scadenza prorogato alla data del 31 dicembre 2023, con la logica deduzione che tale udienza di merito sarà pertanto fissata a breve giro e, comunque, entro la suddetta data”. Loielo non vede ragioni di “ostentare trionfalismi, atteso che tale decisione è solamente provvisoria e adottata allo scopo di stimolare il Collegio territoriale a pronunciarsi in tempi brevissimi sulla richiesta oggetto di ricorso” e afferma che “nonsi comprende, in ogni caso, quanto affermato dai ricorrenti, laddove denunciano sia nel ricorso che nel comunicato stampa che la procedura, qualora portata a definitiva conclusione da parte del Comune, ‘favorisce soggetti estranei alla vicenda che diede origine alla costruzione degli alloggi’, allorquando, invece, nulla di tutto questo è scritto e voluto nel procedimento in questione”. A suo avviso, “la ratio della procedura afferisce senza ombra di dubbio alla volontà dell’Amministrazione comunale di assegnare quegli alloggi a coloro i quali, alla data attuale, ne risultano possessori, i quali sono tenuti ad aderire per acquisirne il titolo di proprietà e, in difetto, a pagare il canone dovuto in materia di alloggi di edilizia popolare pubblica per regolarizzare il possesso e l’abitazione degli stessi”. Il sindaco chiede poi al suo predecessore “come mai, nei periodi in cui ha amministrato il Comune di Nardodipace, ossia sino a sei mesi fa, non ha mai messo mano alla pratica in questione per consentire l’acquisizione del titolo di proprietà ai cittadini aventi diritto, salvo poi svegliarsi ogni volta che altri dedicano il proprio tempo ed il proprio impegno per la soluzione degli atavici problemi dei cittadini. Anche la volta scorsa, infatti – aggiunge – in occasione della procedura per l’assegnazione degli alloggi realizzati in occasione degli eventi alluvionali del 1951/’53, si è celebrato lo stesso copione di oggi: ripetuti ricorsi al Tar ed al Giudice ordinario promossi dall’ex sindaco Antonio Demasi, sistematicamente persi, con conseguente perdita di tempo e di danaro per tutti i cittadini coinvolti, che hanno portato oggi gravi danni erariali all’Amministrazione comunale, costretta a pagare, pur avendo vinto tutte le predette procedure giudiziarie, circa 110.000,00 euro di spese legali”.
La controffensiva prosegue e Loielo asserisce che “nei panni dei ricorrenti, e soprattutto nei panni dell’ex sindaco Antonio Demasi, non mi occuperei di festeggiare per l’effimero risultato, bensì mi preoccuperei per i danni che l’iniziativa rischia di provocare a tutti i cittadini di Nardodipace: vi è, infatti, come ben ricorderà l’ex sindaco, che le normative regionali poste alla base della costruzione degli alloggi in questione prevedevano l’onere per i cittadini alluvionati, e per il Comune stesso, di consegnare le chiavi degli alloggi colpiti dalla calamità contestualmente al ricevimento del nuovo alloggio, adempimento tuttavia mai eseguito”. Loielo sottolinea che “la questione più grave e delicata è l’assegnazione degli alloggi, qualora non dovesse applicarsi la procedura oggi adottata dal Comune di Nardodipace ed oggetto di ricorso, a tutti quei cittadini odiernamente possessori degli alloggi pur non essendo legittimi assegnatari, ossia interessati allo sfollo del 1973. Credo – aggiunge ancora – sia noto all’ex sindaco, infatti, che almeno l’80% degli alloggi in parola è oggi detenuto da eredi dei provvisori assegnatari dell’epoca; da figli o parenti che hanno ottenuto in ‘donazione di fatto’ l’appartamento; da soggetti che hanno addirittura comprato dall’assegnatario o da altro possessore la casa oggi abitata. Sarei curioso di sapere come l’ex sindaco Antonio Demasi suggerirà, allora, di assegnare quegli alloggi a tutti quei cittadini che, invece, nulla hanno a che vedere con gli alluvionati del 1972/’73. Sarebbe forse questa – è l’interrogativo finale – la ragione per la quale non si è mai occupato concretamente della soluzione di questo oramai annoso problema?”.