Nel 2017 abbiamo scoperto che anche le tartarughe a Brancaleone sono politicamente corrette, gay friendly e multirazziali. La geniale intuizione la si deve al Centro Tartarughe gestito dall’associazione ‘Naturalmente Brancaleone’ che, dopo anni di studi nella salvaguardia dello storico e bellissimo animale marino, è riuscito là dove intere generazioni di brillanti scienziati si sono dovute arrendere, e cioè carpirne la coscienza ed addirittura riuscire ad interpretare le tendenze politiche del rettile”. Ironia a parte, ma come non farne, da qualche giorno – fa sapere Mimmo Tuscano, presidente provinciale di Alleanza Calabrese – campeggia sul portone d’ingresso un cartello che vieta l’accesso ai locali a razzisti, omofobi e fascisti. L’associazione in oggetto si dichiara aperta, liberale, democratica e contro ogni discriminazione, cosa che cozza e non poco con quanto scritto nel cartello. Qualcuno, infatti, dovrebbe spiegare cosa significa tolleranza. Tuttavia le stranezze non si fermano qua, perché da quest’estate per entrare a visitare il Centro – rivela l’esponente di AC – bisogna obbligatoriamente lasciare un’offerta monetaria libera, ma obbligatoria, pena il non ingresso. Attenzione non si tratta dell’acquisto di un biglietto d’ingresso, come in un qualsiasi museo etc., ma di una donazione “obbligatoria” all’associazione che gestisce il Centro; crediamo che la differenza non sia di poco conto. Continuando, entriamo nel variegato, complesso e fumoso mondo del volontariato ambientalista, dove la parola volontariato afferisce solo a chi fa donazioni e dedica il proprio tempo senza alcun rimborso alle attività di volontariato appunto, ma la realtà non è questa. Infatti queste associazioni godono di contributi da parte degli enti statali e sono inserite in progetti europei ben finanziati, nel caso specifico anche i locali (parte della Stazione FS) sono ceduti in uso gratuito. Il volontariato in questo caso diventa ‘retribuito’ o, comunque, prestazione di lavoro con compenso, ad esempio le cure per gli interventi di chirurgia veterinaria e relativi esami diagnostici per il costo di diverse migliaia di euro a singolo intervento, vengono regolarmente pagati a professionisti del settore, senza passare, magari, da gare di appalto per le prestazioni – sottolinea il rappresentante del Movimento politico autonomista – considerando che si gestiscono anche soldi di provenienza pubblica. Questo, giusto per far capire che il sistema non è rose e fiori come si vuol far sembrare, ma che, piccola o grande che sia, una torta economica da spartire esiste, quindi sarebbe consigliato un basso profilo e molta ma molta umiltà. Tuttavia la cosa che fa ribrezzo è il senso di una trovata del genere. Quale necessità c’era per un’uscita di tale portata? Sicuramente una trovata pubblicitaria, un modo banale ed infantile, di creare clamore sui social. Una trovata che porti ribalta facile e gratuita senza faticare; e sì, perché a Brancaleone e sulla costa jonica i problemi sono i visitatori del Centro Tartarughe e le loro idee politiche. Non sono, invece, le cattive amministrazioni comunali che lasciano all’abbandono il territorio, o il malfunzionamento del sistema Regione che trascura l’ambiente senza una politica seria di depurazione e di protezione civile”. “Il problema non è la moria delle attività economiche e l’inesorabile spopolamento dei nostri paesi, dove ormai vediamo quasi esclusivamente cittadini comunitari ed extracomunitari che, lavorando e portando i soldi guadagnati nei loro Paesi d’origine, sottraggono reddito al territorio – è la riflessione di Tuscano – che si impoverisce ancora di più, checché ne dica il presidente dell’INPS. Tutto ciò ha contribuito a mettere in moto una spirale esponenziale che nel giro di qualche anno porterà alla desertificazione della nostra terra. Reputiamo che un’Associazione Ambientalista dovrebbe concentrarsi sulle problematiche del territorio e non sugli spot di tendenza, a meno che non sia invece un’attività privata come tante altre, ed allora che si mantenga come tutti sul mercato con le proprie forze”.
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