
“C’è confusione nei commenti e nelle riflessioni che seguono alla notizia che Vibo Valentia è fanalino di coda nella classifica nazionale delle provincie per qualità della vita. E la confusione si sa è contro la verità, la nasconde, e, a volte, persino la altera”.
È la premessa di un lungo ragionamento operato dal già consigliere regionale Alfonso Grillo.
“Sia chiaro – specifica l’esponente di Forza Italia – nessuna classifica sarà mai in grado fino in fondo di rappresentare quanto tristi, disastrosi, reali siano le condizioni di vivibilità di una città se non gli abitanti che la vivono. Specialmente quando il giudizio viene stabilito su requisiti e parametri mutevoli nel tempo. Non bisogna quindi drammatizzare nè minimizzare: quei dati sottolineano l’esistenza di un malessere che purtroppo esiste. Non è la Vibo di un tempo, e nemmeno la Vibo del futuro; è una città appesa, smarrita che stenta a ritrovare l’identità perduta”.
Ma, dopo la rilevazione dei dati di fatto, Grillo propone una propria lettura su cause ed effetti: “bisogna riconoscere che si è incapaci di assumere il ruolo guida nei processi di sviluppo, incapaci di inserirsi nei flussi e nei programmi di rilancio del piano di sviluppo europeo, incapaci di valorizzare il patrimonio artistico e culturale di una città e di un territorio dalle mille potenzialità. Una classe dirigente avvolta nel grigiore della quotidiana emergenza senza idee e prospettive. Attenzione però – ammonisce il rappresentante azzurro – chi spinge le responsabilità esclusivamente verso una direzione commette un gravissimo errore, la classe politica-istituzionale è di una comunità umana la sua ‘alta’ espressione quindi tutti ci dobbiamo sentire responsabili. Il livello culturale, etico, morale e persino economico di una società non si misura con le classiche, più o meno attendibili, ma con l’efficienza dei risultati.
Per alzare il livello dunque è necessario smuovere la coscienza condivisa, solo così può avvenire quel mutamento significativo che nel vasto sistema sociale porta quei cambiamenti rilevanti che influenzano i comportamenti dei singoli individui.
Ecco perché non è tanto quella classifica che mi preoccupa ma le parole ‘bollite’ di chi, senza particolari meriti oggi si trova a governare questo territorio, che invece di instillare fiducia e speranze scava alla ricerca di alibi”. Grillo approfondisce questo aspetto e precisa che sono “condivisibili solo le parole espresse dal presidente Solano che, da un lato, analizza e prende atto della realtà, e, dall’altro, sottolinea e aggredisce individuando da subito i meccanismi di difesa e di ripresa; esattamente quello che ci si aspetta dalla politica. Di diverso tenore, invece, le dichiarazioni del sindaco della città capoluogo il quale, consapevole delle fallimento, per attraversare il fiume di critiche, saltella sulle scuse.
Purtroppo a Vibo non esistono boschi magici e giardini incantati, ne la città che egli vede brulicare di vita immersa nel lusso sfrenato e abitata da giovani in fila davanti a locali pubblici strapieni.
Vero che la criminalità organizzata frena la crescita ma non può essere un alibi da tirar fuori dal cassetto in ogni circostanza per giustificare l’inefficienza e l’inefficacia di certa politica.Addossare poi le colpe ad una comunità in particolare è come dire: ‘piove sulla terra perché sulla luna ci sono le nuvole’.
Maldestro tentativo di scaricare su altri la responsabilità che sono proprie.
Quella comunità di cui egli parla – sottolinea Grillo – è abitata soprattutto da cittadini onesti e per bene, ed è esempio d’imprenditoria d’eccellenza, realtà che dà lustro anche alla città di Vibo Valentia in Italia e nel mondo, nonostante avvolta in un clima tutt’altro che favorevole quasi a dimostrare che lungimiranza e capacità emergono a prescindere. Vibo ha impellente bisogno di politiche dinamiche ed efficaci, di un piano organico di sviluppo, con una direzione precisa, di valorizzare il suo patrimonio artistico ed archeologico, investire sul turismo e sull’enogastronomia, favorire gli investimenti e le imprese, non c’è posto per chi, rispetto a tutto ciò si atteggia nella rassegnazione e adotta politiche porose.
Imperativo superare immediatamente l’emergenza e lo stato in cui, ahimè, anche gli effetti di Costa, l’hanno fatta sprofondare. Vibo deve ritornare al centro della politica regionale assumendo il ruolo autorevole di città guida e capoluogo di provincia.
Non trascurabile è infatti il ruolo che assume nei confronti dei 50 comuni, la cui storia economica e sociale è, irreversibilmente, legata. Magari, tra qualche anno – conclude – quella classifica che oggi ci penalizza e ci restituisce una malinconica realtà sarà motivo di soddisfazione e di orgoglio”.
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