
La scuola secondaria di primo grado “Murmura”, nell’ambito del percorso sulla Legalità “Educare alla cittadinanza e alla legalità attiva”, ha avuto l’opportunità, grazie alla collaborazione con l’associazione “Libera”, di incontrare i genitori del piccolo Dodò, vittima innocente della mafia.
Ha aperto il dialogo con i ragazzi delle classi prime delle sezioni A, B, C, D ed E – coadiuvate dalle docenti Rosaria Costantino, Elisa Famà, Antonella Soda, Elena Giordano e Giusy Staropoli – Matteo Luzza, referente regionale della “Memoria”, fratello di Pino Luzza anche lui vittima innocente della ‘ndrangheta.
L’approccio con i ragazzi da parte del referente regionale è stato molto informale e libero, così come è “libera”, l’identità della associazione di appartenenza. Lo stesso ha ricordato la giornata del 21 marzo come “la giornata del ricordo, della memoria, la giornata della primavera delle vittime della mafia” e con questo semplice pensiero ha catturato l’attenzione dei giovani studenti. La successiva visione di un video di alcuni minuti che ritraeva i momenti più belli della breve vita di Dodò ha dato l’avvio alle innumerevoli domande che pullulavano nella mente dei presenti: “Chi era Dodò? Perchè Dodò?”. Dodò è una delle tante giovani vittime della ‘ndrangheta. “È morto – è stato spiegato – perché mentre giocava a calcio con i suoi compagni, la sua presenza intralciava quella di due giovani delle ‘ndrine che dovevano ammazzare qualcuno con il quale avevano un conto in sospeso! Dodò è morto sul campo sportivo, durante una partita a calcio … proprio durante il gioco, il momento più bello per tutti i ragazzini. Due grandi occhi neri, un volto paffutello e sorridente, tanta voglia di correre, saltare, imparare, giocare… questo era Dodò!”.
Don Peppino Fiorillo, presente all’incontro dopo aver portato i saluti del referente provinciale Giuseppe Borello assente perché impegnato in altra sede e ringraziato tutti i docenti e il dirigente scolastico, si è rivolto ai ragazzi con il suo modo “affabile” ricordando con fermezza le parole di Don Ciotti: “ragazzi dobbiamo fare! Dobbiamo fare! Dobbiamo fare memoria! Tutti voi nel vostro piccolo mondo dovete fare la vostra parte perché, ricordatelo sempre, colpire i bambini è l’offesa più grande della vita”. “Voi bambini – ha aggiunto – siete la parte migliore dell’umanità. Siete stupendi, innocenti, sinceri, ingenui e nessuno deve farvi del male!”. “I genitori di Dodò, Francesca e Giovanni – ha poi sottolineato – vanno in giro per il mondo a raccontare quello che è successo a loro figlio per evitare che queste brutalità possano ripetersi. Si stanno impegnando per costruire un mondo più bello, un mondo più pulito, più limpido per voi tutti”.
Gli studenti hanno così compreso che “il sogno dei genitori di Dodò è quello di vedere germogliare un mondo senza lutti, senza guerre, senza morti; un mondo dove ogni bambino potrà vivere serenamente, quel mondo che è stato violentemente sottratto a Dodò, una terra meravigliosa proprio come quella Terra promessa di cui ci parla la Bibbia”.
I ragazzi della scuola media “Murmura” hanno presentato i lavori prodotti per ricordare Dodò con evidente coinvolgimento emotivo. Poesie, pensieri, riflessioni, cartelloni colorati, video e tanti palloncini hanno ricordato la piccola vittima innocente della mafia. Il dirigente scolastico Pasquale Barbuto ha accolto, come sua consuetidine, calorosamente gli ospiti ed ha ringraziato l’associazione Libera, Don Fiorillo, i docenti coinvolti nell’attività “per il contributo che danno al territorio”. Ha ricordato ai ragazzi che “è molto importante far germogliare fin dall’infanzia la lotta contro la mafia. Il problema non è soltanto uccidere, un’altra morte viene causata dall’omertà, dal silenzio, dall’indifferenza, quell’indifferenza che attanaglia i nostri tempi. Tutti voi dovete crescere all’insegna della legalità, della trasparenza, della chiarezza”.
I genitori di Dodò, Francesca e Giovanni, con forte commozione ma con estremo senso genitoriale, hanno dialogato con i ragazzi rispondendo a tutte le domande che sono state poste loro ed hanno concluso la giornata rivolgendosi ai ragazzi con un “grazie” strappato alle lacrime che, inevitabilmente, hanno rigato il loro volto. “Grazie – hanno affermato – perché attraverso questi incontri, attraverso i vostri occhi, attraverso i vostri disegni, le poesie, i cartelloni, i video… Dodò è ancora vivo”.
È stato questo il grido accorato di una madre dal cuore straziato quello rivolto ai ragazzi della “Murmura” che ha concluso: “non lasciatevi mai ingannare dai guadagni facili, dall’illegalità perché conducono solo verso la morte o il carcere”.
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