
Si è tolto la vita con un colpo di pistola esploso mentre si trovava in casa un agente penitenziario 50enne, in servizio presso l’Istituto per Minorenni di Catanzaro.
Il dramma si è consumato venerdì pomeriggio. A mettere in allarme i parenti sono stati i colleghi, preoccupati dal suo mancato arrivo sul posto di lavoro. A rendere nota la vicenda è la Segretaria Generale Aggiunta della Cisl Fns Calabria, Emanuela Elia: “Sembra davvero non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti alla Polizia penitenziaria”. Nonostante non ci siano al momento elementi per mettere in relazione la decisione di suicidarsi con l’attività svolta: “è luogo comune pensare – sostiene la rappresentante sindacale – che lo stress lavorativo sia prerogativa solamente delle persone ‘deboli e indifese’, mentre colpisce anche le ‘cosiddette professioni d’aiuto’, dove gli operatori sono costantemente esposti a situazioni di stress”. La dirigente si riferisce ai dipendenti che “spesso si trovano soli, demotivati e sottoposti ad innumerevoli rischi. È proprio quello che sta succedendo attualmente al penitenziario. L’Amministrazione – sono le parole conclusive della sindacalista – non può continuare a tergiversare su questa drammatica realtà, servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo”.