
Il Consiglio comunale di Tropea non andava sciolto perché “non emergono concrete azioni di interferenza amministrativa poste in essere da appartenenti a cosche operanti nel territorio, risultando, di contro, affidata al solo rilievo delle irregolarità elencate, le quali, sia per la loro consistenza che specificità, rivelano disfunzionalità non dissimili da quelle che interessano molte amministrazioni locali”. L’ex sindaco di Tropea Giuseppe Rodolico vince la sua battaglia vedendo accolto il suo ricorso dalla I prima sezione penale del Tar del Lazio. Lo scioglimento era stato suggellato dal decreto del Presidente della Repubblica il 12 agosto 2016, in seguito alla relazione inviata dal prefetto di Vibo dell’epoca, Carmelo Casabona, che, a sua volta, aveva concluso le attività partite con l’invio della Commissione d’accesso al Comune di Tropea da parte del suo predecessore Giovanni Bruno.
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