
* di Francesco Castagna – Lo scorso martedì anche i pescatori e gli armatori del porto di Vibo Marina, supportati da un folto drappello di colleghi siciliani giunti per l’occasione, si sono uniti allo sciopero nazionale indetto dalle rispettive categorie marittime per attrarre l’attenzione mediatica sul problema delle quote di ripartizione stabilite per la pesca dei tonni rossi. Messi in ginocchio dalla profonda crisi del comparto peschiero, i marittimi hanno inscenato una pacifica protesta sulle banchine del porto dove giornalmente lavorano.
“Il nostro lavoro – afferma il comandante di uno dei pescherecci ormeggiati nel porto vibonese, Adriano Gambardella – purtroppo sta ormai per estinguersi definitivamente. Delle circa 40mila tonnellate di tonni rossi stabilite dalla legge come quota da poter essere pescata, le stesse sono date in concessione ad appena una ventina di grossi pescherecci industriali che, cosa alquanto strana, stazionano per la maggior parte nel porto di Salerno. Inoltre è bene sapere che oggigiorno del tonno rosso pescato nelle nostre acque, nemmeno un grammo finisce sulle tavole nazionali poiché, appena sbarcato, lo stesso viene confezionato e spedito per essere venduto sui mercati in Giappone”. Il comparto peschiero segue attualmente le linee guida dal regolamento europeo 1967-2006 ma, le ultime decisioni imposte dall’Unione Europea, hanno posto in essere nei confronti del settore “risoluzioni piuttosto discutibili”. Infatti, all’interno della stessa Comunità Europea emergono attuazioni nell’applicazione delle stesse norme di politiche sulla pesca totalmente difformi a seconda del paese preso in esame, le quali in seguito si traducono in vere e proprie sanzioni nei confronti degli armatori e dei pescatori che non vi si adeguano. Tutto questo ha quindi comportato gravi ricadute in termini di prodotto pescato e, dunque, di posti di lavoro persi dal comparto peschiero nazionale e per quello del Sud Italia in modo particolare. Basti pensare che nel Mar Tirreno inferiore, il quale risulta il bacino principale dove i tonni rossi giungono per deporre le proprie uova da cui poi prenderanno il largo i banchi di tonnetti, giungono pescherecci provenienti da Marocco, Tunisia, Francia e Spagna a far manbassa della preziosa specie pelagica. Ciò mentre nel Sud Italia ci sono centinaia di porticcioli e una marineria fatta di migliaia di piccole famiglie che oramai non riescono più a vedere un futuro per i propri figli.