Si chiama “Reddito di libertà” ed è un sussidio garantito, anche dal Comune di Reggio Calabria, alle donne vittima di violenza. I dettagli della misura, apparso sull’Albo pretorio dell’Ente dopo la pubblicazione della circolare da parte dell’Inps, sono stati forniti dagli assessori al Welfare, Demetrio Delfino, ed alle Politiche di genere, Giuggi Palmenta: «Il Reddito di libertà rappresenta un passo avanti sul terreno dei diritti e della civiltà. E’ rivolto alle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità, sole o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza».
«L’obiettivo – spiegano i delegati nella Giunta Falcomatà – è quello di contribuire a sostenerne l’indipendenza economica, con riguardo prioritariamente alle spese per assicurare la riacquisizione dell’autonomia personale e abitativa, nonché sostenere il percorso scolastico e formativo dei figli e delle figlie minori. L’ammontare del sussidio economico è pari alla misura massima di 400 euro pro-capite su base mensile per un massimo di dodici mensilità».
«Al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio – continuano gli assessori – occorre essere in possesso della cittadinanza italiana oppure di uno Stato dell’Unione Europea, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione Europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea; residenza in Italia; della dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Servizio sociale professionale di riferimento territoriale – che attesti lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente – e la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha preso in carico la stessa».
«In ogni caso – specificano gli amministratori ripercorrendo alcuni passaggi dell’avviso pubblicato dagli uffici di settore – per essere ammesse al beneficio, le donne vittime di violenza devono farsi rilasciare, dal centro antiviolenza, la dichiarazione che attesti il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso e, dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale, la dichiarazione che ne attesti la condizione di bisogno straordinaria e urgente. Soltanto successivamente, l’interessata, direttamente o per il tramite di un legale rappresentante, deve presentare il modello di domanda, corredato con la documentazione specifica ed un documento di riconoscimento, al Comune tramite Pec all’indirizzo: minori@pec.reggiocal.it che provvederà all’inoltro della domanda attraverso la piattaforma “Prestazioni Sociali” del Portale Inps».
«L’intervento – concludono gli assessori Delfino e Palmenta – oltre che essere un aiuto concreto, può rappresentare un incentivo affinché la vittima denunci, assume, inoltre, una valenza simbolica considerato che arriva a ridosso del 25 novembre, data da non dimenticare perché celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Le cronache, purtroppo, sempre più frequentemente, raccontano di quanto siano diffusi comportamenti che mettono a repentaglio la stabilità e l’incolumità di numerose mamme, fidanzate, compagne e figlie, prede di violenze scelerate di chi, spesso e volentieri, approfitta del silenzio delle mura domestiche o non accetta la fine di una relazione per sfogare una rabbia che non ha senso di esistere. E’ obbligatorio, dunque, elevare a sistema ogni misura utile per contenere e reagire ad un’illogicità e ad una barbarie rispetto alle quali nessuno deve e può rimanere indifferente. L’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, anche in questa circostanza si è dimostrata pronta nel rispondere ad un’esigenza di supporto fondamentale per chi soffre situazioni di particolare rischio legate alle violenze subite. Noi, come sempre, siamo al fianco delle vittime perché condotte abominevoli e scelerate abbiano per sempre a finire».