E’ universalmente riconosciuto, da avversari e compagni di partito, come uno dei pochissimi a potersi permettere autonomia di giudizio e indipendenza di pensiero.
A spalancargli le porte della credibilità sono quella lucidità e quel coraggio che dalle parti del Partito Democratico sono diventati merce rarissima. In mezzo ad una giungla di voraci capibastone e miserabili gregari assurti, per altrui volontà, ad incarichi immeritati e sproporzionati rispetto alle loro limitatissime capacità, Demetrio Battaglia non ha mai lesinato giudizi sferzanti e indicazioni che, se solo fossero state prese in considerazione, avrebbero evitato al PD stesso tante umiliazioni. Mortificazioni che gli elettori hanno inflitto, e continueranno ad infliggere in assenza di un cambio di passo significativo, proprio a causa della presenza ingombrante di rappresentanti scadenti, ma spregiudicati: i soli in grado di fare carriera con una (dis)organizzazione simile. L’ex deputato, sebbene abbia smesso i panni da parlamentare, continua, sia pur con parsimonia, a dispensare consigli, segno inequivocabile di una passione politica dura a morire e di un afflato sincero nei confronti delle istanze che un partito come il suo dovrebbe portare avanti con incrollabile convinzione. Una fermezza che mal si concilia con i meschini interessi personali della stragrande maggioranza dei presunti big del PD e degli aspiranti a cui, alla luce delle prospettive elettorali che li attendono, cominciano a non tornare i conti, tranne quelli da fare a causa di una inattesa, quanto prossima, dratica interruzione dell’ascesa politica. Vale a Reggio Calabria, dove, rebus sic stantibus, con Falcomatà tutti affonderanno, vale per la Calabria, dove, con Oliverio, tutti affonderanno. Il grido d’allarme dell’avvocato Battaglia, sebbene inequivocabile, cadrà nel vuoto di orecchie rese sorde dal rumore assordante della tracotanza. Le sue parole non lasciano adito a dubbi: sono le modalità con cui il Partito Democratico calabrese ha approcciato le Primarie ad essere imbarazzanti, come raccapriccianti, del resto, sono state quelle di buona parte delle competizioni precedenti. Il suo è un ragionamento proposto numeri alla mano. E’ da respingere con energia, ed anche con intelligenza politica, la logica delle truppe cammellate da mobilitare per un voto che, poi, in quanto dopato, non si traduce in un reale consenso in occasione degli appuntamenti elettorali. Non è riempiendo i seggi delle Primarie di finti simpatizzanti che si consolida la posizione del PD. Si tratterebbe solo dell’ennesimo giochino sporco dei maggiorenti che, sulla pelle di ciò che resta della Sinistra, speculano a fini egoistici di posizionamento e rafforzamento delle proprie miserabili esigenze. Perché, come ha capito Battaglia, ma non i ras del Partito Democratico, ad essersi liquefatti sono gli elettori di centrosinistra, non i valori che ne hanno contraddistinto la Storia e la responsabilità è in capo, soprattutto, alle piccole figure che, salvo rarissime eccezioni, lo stanno incarnando a Reggio ed in Calabria, quelle stesse che di uno come Battaglia non sanno che farsene.
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