Stasera Teresa Merante a Cassari di Nardodipace, “Libera” prende posizione: “La nostra tradizione ha tutt’altra direzione”

Dalle viscere delle montagne del Vibonese parte una nuova discussione su come interpretare l’approccio alla vita. Nardodipace è salita in passato agli onori della cronaca in quanto considerato “il paese più povero d’Italia” e negli ultimi lustri ha subito l’onta dello scioglimento del Consiglio comunale per condizionamenti della ‘ndrangheta. Scavando ancora più indietro, il paese delle Serre è stato conosciuto grazie alle brillanti narrazioni di vicende umane ed esistenziali di Sharo Gambino nel romanzo “Sole nero a Malifà”. Nardodipace è il paese dei megaliti, misteriosi reperti preistorici realizzati tra il 5000 ed il 2000 avanti Cristo dalle civiltà presenti prima dell’arrivo dei greci. Nardodipace è anche un paese isolato, con una viabilità più che precaria, con poche occasioni di realizzazione professionale, dove la gente non sempre percepisce la presenza dello Stato.

Oggi, la frazione “Cassari” è al centro della bufera a causa dell’esibizione, prevista per stasera, della cantante folk Teresa Merante in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Montagna.

Evento severamente criticato da “Libera”, che, appresa la notizia, ha espresso la sua netta contrarietà. Presieduta da don Luigi Ciotti e fondata nel 1995 su ispirazione di Luciano Violante e Saverio Antiochia, l’associazione mira a sollecitare la società civile nella lotta contro la criminalità organizzata.

“Una scelta discutibile – ha spiegato ‘Libera’, in riferimento all’appuntamento canoro – considerato che l’esibizione si terrà a margine di una festa religiosa, e che merita la massima attenzione in quanto la cantante è divenuta molto nota per alcune canzoni inneggianti la sottocultura mafiosa ed il forte contrasto alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura.

Una scelta discutibile per un territorio, che ha deciso da che parte stare e ripudia logiche e mentalità che affondano le loro radici nella sottocultura mafiosa, dove c’è bisogno di scelte forti che aiutino e valorizzino il processo di cambiamento ormai in atto nella nostra provincia”. Secondo “Libera”, infatti, occorre “tenere alta l’attenzione anche sulla diffusione nei social di alcuni testi a dir poco ambigui e controversi che possono alimentare, soprattutto tra i giovani, atteggiamenti mafiosi.

L’arte in tutte le sue forme, ha un valore immenso: educa, racconta, aiuta a comprendere, fa crescere e forma, ci dice chi siamo. 

Con fermezza – ha sentenziato ‘Libera’ – diciamo che la nostra tradizione ha tutt’altra direzione”.

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