
È un buon auspicio l’ottima partecipazione registrata lunedì a Spilinga al primo incontro di pre-informazione del nuovo bando del Gal “Terre Vibonesi”: Misura 4 – intervento 4.2.1 “Sostegno agli investimenti nell’innovazione, trasformazione, commercializzazione e sviluppo delle micro filiere corte e mercati di prossimità”.
“Un incontro -come evidenziato dal presidente Vitaliano Papillo e dall’amministratore delegato Franco Barbalace- che testimonia ancora una volta un modo di operare fondato sul contatto con il territorio e sulla promozione dell’attività svolta, per dare agli interessati le informazioni utili ad aderire ai bandi. Entrambi hanno rimarcato questa innovativa modalità di agire sostenendo che essa ha già portato a grandi risultati di adesione nel caso dei bandi precedenti. “Il Commissario al Comune di Spilinga Rosa Maria Luzza – sottolineano i due – ha elogiato la nostra assidua presenza sul territorio e le attenzioni riservate già in pre-informazione alla promozione dei bandi proposti”. Al direttore del Gal Emilio Giordano il compito di spiegare i dati tecnici della nuova misura: la localizzazione, le finalità, i beneficiari, le condizioni per essere ammessi, gli investimenti e le spese ammissibili e l’ammontare del sostegno erogabile, che può arrivare al 50% del costo totale dell’investimento (fino ad un massimo di 40 mila euro). Il bando è rivolto ai Comuni dell’area di competenza del Gal (tutta la provincia di Vibo escluso il capoluogo) e punta a sostenere gli investimenti volti ad innovare, trasformare, commercializzare e sviluppare le micro filiere ed i mercati di prossimità. In modo particolare si rivolge alle filiere della tradizione (miele delle “Terre Vibonesi”), dell’identità (fagiolo autoctono, pecorino del Poro, cipolla rossa di Tropea e ‘nduja di Spilinga), del benessere animale (zootecnia delle “Terre Vibonesi”), della valorizzazione (peperoncino di Calabria per la ‘nduja di Spilinga), dell’innovazione (vino, vecchie qualità di grano, produzione biologica) e della qualità (settore olivicolo autoctono). L’intento è quello di incentivare la produzione locale ed il chilometro zero e, da qui, la qualità della fattura e l’economia del territorio.