
Suscita interesse nelle Serre la sfida di Spadola dove a contendersi lo scranno di primo cittadino saranno il sindaco uscente Cosimo Damiano Piromalli e l’ex vicesindaco Maurizio Marchese.
Il primo – sostenuto da Antonio Maria Rosso, Raffaele Barbara, Bruno Gallè, Angelo Versace, Vitantonio Tassone, Francesco Filardo, Bruno Arena, Gerardo Vavalà, Rocco Tassone e Gessica Garcea – guiderà “Insieme Per Spadola” cercando la riconferma per completare il progetto politico-amministrativo avviato un lustro addietro.
Il secondo – che sarà supportato da Francesco Arena, Giovanni Ionadi, Domenico Lacaria, Cosimina Lampasi, Nicola Antonio Procopio, Nicola Zaffino, Rosalia Papasodaro e Alberto Iaconis – tenterà di sbarragli la strada per avviare un cammino di discontinuità e proporre una nuova visione.
Le origini dei contrasti vanno individuate nell’autunno 2020 quando Piromalli pose in essere la rimodulazione di Giunta sostituendo proprio Marchese con Raffaele Barbara. Conseguente fu un’accesa polemica in quanto la scelta non fu ritenuta condivisa e le ricostruzioni della vicenda dei due esponenti furono decisamente contrastanti.
Piromalli ha elaborato un programma che prevede la prosecuzione del lavoro iniziato e propone di “attuare, costruire, praticare una politica che sia al servizio dei bisogni dei cittadini in un continuo rapporto dialogico”.
Marchese mira ad essere un’alternativa credibile che intende rinvigorire il processo di sviluppo della piccola cittadina montana. Entrambe le liste si propongono di migliorare la qualità della vita e l’attrattività turistica.
Ha deciso, invece, di non stabilire formali alleanze il gruppo di “Siamo Spadola”, che ha costituito l’opposizione negli ultimi 5 anni.
La campagna elettorale non è stata contraddistinta da particolari momenti di tensione. Va poi calcolato che in un paese con meno di 800 anime un ruolo fondamentale per la vittoria finale è giocato dagli schieramenti familiari che incidono pesantemente sulla partita elettorale che diventa a tutti gli effetti una partita di numeri. A decidere saranno, infatti, i legami parentali e non certo le idee inserite nel programma elettorale.