“Inutili e dannose”. E’ il giudizio che Legambiente, Slow Food Soverato Versante Jonico, Associazione Paolo Orsi, Aisa e Thalassoma esprimono rispetto alle “opere di salvaguardia e difesa del litorale costiero” che verranno realizzate con la posa dei cosiddetti “pennelli” a mare nella zona meglio nota come “Baia dell’Ippocampo”. Proprio “la salvaguardia della flora e della fauna marina” è una delle principali preoccupazioni delle associazioni e dei comitati locali che hanno discusso l’argomento presso la sede della Pro Loco, ribadendo il proprio fermo e convinto “no” al progetto. Un progetto che andrebbe, letteralmente, “a stravolgere gli equilibri ambientali e paesaggistici” della costa soveratese, non tenendo neanche in debito conto “l’esistenza di una zona di rilevanza archeologica nel bel mezzo dell’area interessata dai lavori”. “In realtà – scrivono le associazioni che contestano il progetto – sono pochi i motivi che inducono alla realizzazione di tali opere, mentre numerose sarebbero le problematiche conseguenziali, nel caso venissero realizzate. Ma c’è realmente erosione costiera a Soverato? A giudicare dalle foto storiche raccolte e dalle numerose testimonianze di cittadini anziani, pare proprio di no”. “Oggi – prosegue la nota – dovremmo rinunciare al paesaggio tipico della baia di Soverato, alla limpidezza del nostro mare, all’area archeologica di Poliporto ed al Parco marino. Proprio quel parco che, con la sua biodiversità così fragile e preziosa, dovremmo tutelare e difendere con i denti, e che invece ne uscirebbe devastato per sempre”. “Opere, quindi, errate” secondo Legambiente, Slow Food Soverato Versante Jonico, Associazione Paolo Orsi, Aisa e Thalassoma che finirebbero “col causare danni molto peggiori dell’erosione (quando realmente c’è)”.
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