Soriano piange la scomparsa di Padre Giordano: il ricordo dei Domenicani

* a cura di padre Giovanni Calcara, o.p. – Padre Giordano (al battesimo Agazio) Procopio era nato a Guardavalle (provincia e diocesi di Catanzaro) il 6 dicembre 1933 figlio di Giuseppe e Teresa Sangiuliano compente di una numerosa famiglia, ben nove figli: Francesco, Giuseppe, Antonietta, Vincenzo, Guglielmo, Francesco, Antonietta e Carolina. 

Conosciuti i Domenicani per messo del loro Padre provinciale, dell’allora Provincia Trinacriae di Sicilia e Calabria, p. Salvatore De Francesco recatosi a predicare nel suo paese, entrò a 16 anni, nel 1949 nel nostro convento San Rocco di Acireale per essere ammesso al noviziato. Emessa la prima professione Semplice (temporanea) il 19 novembre 1954 rimase nella stessa comunità formativa, per iniziare gli studi istituzionali presso lo Studium della Provincia per essere ordinato sacerdote a Catania il 30 luglio 1961 nella nostra Chiesa di San Domenico dall’Arcivescovo, monsignor Luigi Bentivoglio, insieme ad un gruppo di altri frati, compreso padre Vincenzo Russo, ancora vivente. 

Assegnato subito nel convento di San Giorgio Morgeto vi profuse gli anni più belli del suo giovanile ministero sacerdotale, con l’entusiasmo e l’amabilità di cui era dotato, fu capace di attirare una folta schiera di giovani che formò, prima come rosarianti e poi inserirli nella Congrega del Santissimo Rosario, di cui alcuni ne fanno ancora parte. Successivamente, nel 1970 fu assegnato a Soriano Calabro che, divenne la sua casa-dimora e seconda patria dove per oltre trent’anni ha profuso le migliori energie di mente, di cuore e di religioso in un lungo e fruttuoso ministero sacerdotale che lo hanno visto protagonista della vita della comunità domenicana e del Santuario e delle tantissime iniziative da lui promosse e volute nelle varie ricorrenze storiche come arrivo o ritorno dei domenicani a Soriano, incoronazione del simulacro della Madonna del Rosario per iniziativa di san Giovanni Paolo II, ristrutturazione del santuario e dei locali conventuali. Come anche l’organizzazione dello storico Capitolo Provinciale che portò all’unificazione delle Province Trinacriae e Regni nel 1997 svoltosi appunto a Soriano. Ma soprattutto il suo essere padre, fratello e amico di tutti con la sua bonomia, amabilità e diponibilità piena e totale, diremmo oggi h24. La sua paternità umana e spirituale oltre che con i devoti e i pellegrini di San Domenico “in Soriano” li ha profusi con la Confraternita del SS. Rosario e la Fraternita Laica Domenicana di Soriano che poi ha esteso, in maniera inattesa per lui, nei lunghi anni in cui è stato anche parroco a Ciano e all’Ariola, dal 1975 fino al 1992-1994, anche verso quelle comunità. Chiamato ad una sostituzione momentanea chiesta da mons. Vincenzo De Chiara e poi rinnovata da mons. Domenico Cortese (vescovi di Mileto) che, testuali parole, non trovavano nessuno “da mandare lì”. Contemporaneamente superiore e rettore a Soriano (coadiuvato in maniera instancabile prima dal solo padre Domenico Barilaro e poi, dopo il ritorno dalla missione in Pakistan, da padre Michele Fortuna) in un apostolato di frontiera sia per la piccola comunità di Ciano che per coloro che abitavano nella contrada Ariola e che per partecipare alla Messa dovevano scendereal centro. Fu lui ad andare a celebrare, per primo, all’aperto e poi nei locali dell’asilo la Celebrazione Eucaristica domenicale. Di fatto incominciò, prima,  a costruire la comunità e poi pensò anche a costruire la Chiesa come edificio. Anche se dopo la benedizione della prima pietra della nuova Chiesa, avvenuta il 31 agosto 1985, da parte di mons. Cortese e intitolata alla Madonna del Rosario in contrada Pirara, fu deciso di costruirla in posizione più raggiungibile lungo la strada principale dove oggi esiste e dedicata a Gesù Salvatore.

Grande attenzione ebbe verso i giovani sia di Soriano che di Ciano che volle formare per lunghi anni, con l’aiuto dei frati studenti domenicani che ogni estate accoglieva su imput del provinciale padre Vincenzo Romano per diversi mesi nelle esercitazioni apostoliche, ma soprattutto con le consorelle del Cenacolo Domenicano di Solarino (Sr) guidate dall’infaticabile sr. Adriana Barbaro. Diversi i convegni-meeting svolti sia a Soriano come a Sant’Onofrio o a Solarino. E come per magia… padre Giordano sosteneva le spese, l’organizzazione oltre che ad essere, sempre, presente e solerte nei consigli e nelle poche parole, ma adatte ad ogni circostanze che ci aiutavano ad andare avanti.  Dei tanti giovani da lui seguiti e guidati, oggi adulti e affermati nei vari campi sociali, artistici e professionali ci piace segnalare la grande gioia di padre Giordano di avere incoraggiato e accompagnato i cugini Carnovale di Ciano alla meta del Sacerdozio. Don Roberto ordinato presso il nostro Santuario il 17 dicembre 1988 e adesso parroco a Vena di Ionadi e don Pietro ordinato il 18 novembre 1989 a Vibo Valentia nella Chiesa di San Leoluca (guarda caso tutti e due, ordinati in due in due chiese domenicane) e adesso parroco a Piscopio. Come anche la gioia di avere come confratello fr. Adriano Stambè, frate cooperatore domenicano, residente attualmente a Catania.

D’altronde il suo cuore ha saputo amare tutti, come paradigma, della sua ricca e profonda personalità, possiamo senz’altro, citare la vicenda che lo ha legato in maniera unica al carissimo Totò Ioppolo, sul cui profilo spirituale rimandiamo al recente lavoro di p. Michele Fortuna. Se gli stessi familiari di Totò dicono che “padre Giordano è stato per nostro fratello come un vero padre” avrà pure un significato.

Un campo particolare di apostolato e di predicazione del confratello è stato il presepe che ha vissuto in quello spirito, richiamato recentemente da papa Francesco nella sua lettera sull’argomento. In cui fra l’altro afferma: “il presepe… annuncio del Verbo Incarnato fatto Uomo che vive la nostra umanità con semplicità e condividere in tutto la nostra stessa vita…”. In fondo questo si è sforzato di fare padre Giordano, sicuramente imparando l’arte da suo padre Giuseppe per quanto riguarda l’aspetto tecnico, per poi completare l’annuncio di tutto con la parola e la sua vita. La prova è in quanto ancora oggi la comunità di Soriano gestisce del presepe monumentale da lui stesso realizzato, con l’aiuto della gente di Soriano che ha donato attrezzi e oggetti vari originali, come anche l’ausilio di artisti come Gianni Valentino e Pasquale De Masi. In maniera diversa lo stessa cosa ha fatto in tutte le comunità in cui è trovato a vivere.

Ma come ogni realtà umana si conosce un crescere e un declino, un esodo e un ritorno alle origini.Così dopo oltre trent’anni padre Giordano dovette lasciare nel 2002, con grande rammarico e qualche protesta della cittadinanza la sua amata Soriano, chiamato dall’obbedienza a trasferirsi ad Acireale, per poi andare a Messina nel 2004, mentre nel 2007 ha fatto ritorno presso l’ombra della Tela miracolosa di San Domenico a Soriano, accolto fraternamente dal suo vecchio confratello padre Michele e dal nuovo superiore padre Ciro Capotosto.

Ma ormai era giunto il tempo di Dio che si manifestava con il lento ma inarrestabile, declino fisico e, alle volte intellettivo di padre Giordano. Alle volte era uno sforzo per lui, connettere discorsi ed esprimere le sue idee anche se con il suo sorriso riusciva a mascherare ogni cosa.  Di ritorno da un viaggio in Australia padre Giordano tornò in condizioni critiche e peggiorò sempre di più. Al dolore per le sue condizioni si è aggiunto il suo allontanamento definitivo da Soriano non essendo più sufficienti le cure dei confratelli, ormai era Carolina la sua mamma, sorella e confidente delle sue pene e dei suoi pensieri.

Sollecitata dai confratelli di Soriano, Carolina permetteva la presenza di padre Giordano per la visita-pellegrinaggio del nuovo Maestro dell’Ordine fr. Gerard Timoner l’11 ottobre del 2019 nel nostro Santuario. Padre Giordano accoglieva nella sedia a rotelle, come un vecchio vegliardo, alle porte del santuario il successore di San Domenico a cui fu presentato. C’è una foto che immortala tale momento, ora divenuto storico, in cui si vede il volto trasformato dalla malattia e dalla sofferenza di padre Giordano che sorride al Maestro e che con grande sforzo esprime un concetto ben chiaro che, quelli vicino abbiamo sentito: “Prego per Lei e per il difficile compito a cui è stato chiamato”. Ma la sua presenza è stata resa preziosa anche da un altro episodio, di cui sono testimoni molti dei presenti. Alla fine del canto dell’antifona “O spem miram”, per un disguido tra Coro e i frati ci fu un attimo di silenzio, in cui nessuno sapeva cosa fare o dire. A questo punto ai piedi del presbiterio, accanto al simulacro della Madonna del Rosario, dove si trovava padre Giordano nella carrozzina assistito da un volontario del Servizio Civile, padre Giordano a voce alta intonò, lui che poco prima faceva fatica a parlare: “Prega per noi Santo Padre Domenico” a cui, prontamente, tutti abbiamo risposto con la formula di rito. Padre Giordano non si arrese e continuò intonando quell’Oremus che migliaia di volte aveva recitato. Ma questa volta non ce la fece. Farfugliò alcune parole, sommerse dal brusio e dal rammarico dei presenti.

Ora carissimo padre Giordano, siamo noi a completare la preghiera al nostro Santo Padre Domenico perché come suo figlio degno e devoto ti presenti a Cristo Gesù perché possa trovare posto nell’ eletta gregge del nostro Ordine, sotto il manto della Vergine Maria nostra amata Patrona e Protettrice. 

Dal Cielo, siamo sicuri, avrai un pensiero e una preghiera per tutti quelli che ti hanno voluto bene e che oggi piangono nel ricordo di quello che hai donato a ciascuno di noi, in attesa di poterci riabbracciare per rispecchiarci nel tuo sorriso e nei tuoi occhi.

Contenuti correlati