
Nella mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Bruno Lazzaro avvenuto in Sorianello il 4 marzo 2018, nei confronti del cugino, Gaetano Muller, nato a Soriano Calabro il 24 agosto 1999 e residente a Sorianello. Le indagini, coordinate dalla Procura Ordinaria di Vibo Valentia hanno permesso, secondo gli inquirenti, di acclarare responsabilità in capo al 19enne in qualità di esecutore materiale dell’omicidio. Alle 18:10 circa del 4 marzo è pervenuta una chiamata da parte dello stesso Muller al numero di emergenza dei Carabinieri con la quale veniva richiesto aiuto poiché il cugino si sarebbe ferito “con un ferro”. Lazzaro, immediatamente soccorso dai militari della Stazione di Soriano Calabro e da personale del 118, morì intorno alle 20 presso l’Ospedale di Vibo Valentia. Le indagini, poste in essere
nell’immediatezza del fatto da parte dei militari della Compagnia di Serra San Bruno, sono state subito indirizzate per verificare la dinamica fornita dal Muller il quale, pur essendo stato in compagnia di Lazzaro al momento del ferimento, non ha fornito alcuna informazione in relazione agli autori del fatto. Da tale attività, suffragata da una serie di riscontri investigativi, è emerso il presunto movente dell’atto criminoso: Muller, colpito da un impeto di gelosia ha colpito mortalmente all’addome Bruno Lazzaro colpevole di aver intrattenuto una relazione sentimentale con la sua ex fidanzata. Per conclamare le presunte responsabilità in capo a Muller, sono risultate particolarmente utili le conversazioni estrapolate dal cellulare della vittima ritrovato sul luogo dove è stata soccorsa la vittima. Di fatto, grazie a queste conversazioni si è potuto appurare che, pochi minuti prima dell’agguato, Lazzaro era stato messo in guardia dalla ragazza, ex fidanzata, che temeva per la sua incolumità in quanto Muller era venuto a conoscenza della relazione tra i due. Il giovane, quindi, è stato sottoposto alla misura cautelare in carcere presso la casa circondariale di Vibo Valentia con l’accusa di omicidio volontario a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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