La nascente associazione culturale “Fraternità Bruniana” ha esordito con la ben riuscita mostra presepiale, pensata e curata in tutti i particolari dall’artista Dina Giancotti. Il desiderio di aggiungere un’altra associazione nel tessuto sociale serrese è da ascrivere al sogno di esprimere un contributo capace di “costruire e tessere relazioni sociali nuove” che, valorizzando lo spirito e la presenza spirituale di San Bruno in questa terra, aiuti i membri dell’associazione stessa e quanti amano contribuire a ridare il sapore di un umanesimo cristiano importante a “volare in alto”. Nel nome stesso “Fraternità Bruniana” c’è tutto il manifesto della nuova realtà che all’inizio del nuovo anno sarà ufficialmente presentata.
La mostra presepiale ne indica già la direzione. Il presepe, che è essenzialmente e primariamente un’esperienza e un racconto spirituale, di fatto, è anche un’avvenimento culturale.
All’atto di amore del serafico Padre San Francesco di Assisi, che per primo desiderò vedere con i suoi occhi la scena della Natività del Bambinello Gesù, l’associazione “Fraternità Bruniana”, vuole contribuire attraverso una rilettura culturale di quell’avvenimento che cambiò la storia dell’umanità. In questo mondo tanto tormentato e disorientato da suoni e guerre, malattie aggressive e fragilità sociali, c’è urgente bisogno di parole nuove (e forse antiche) capaci di dare un senso al Natale.
Una lettura attenta della mostra presepiale tenuta nei primi giorni di dicembre a Palazzo Chimirri, concessa in uso dall’Amministrazione comunale di Serra San Bruno e terminata con la solenne serata conclusiva di mercoledì scorso, aiuta a cogliere – attraverso l’esposizione di pregiati lavori presepistici, arrivati da tanti centri urbani della Calabria (Reggio Calabria, Cosenza, Lamezia Terme, Catanzaro, Soverato, Davoli, Zungri, Vibo Valentia, Borgia e naturalmente da Serra San Bruno e dintorni) – il miracolo dell’Incarnazione del Verbo di Dio nelle campagne di Betlemme.
Ogni artista (qualcuno proveniente dalla prestigiosa Accademia di Brema e da diverse Università artistiche d’Italia) lavora il Presepe per passione spirituale e finezza culturale e artistica. Tantissime persone (scolaresche, giovani e meno giovani ), tutti i parroci di Serra, attraverso l’arte, hanno potuto vedere e contemplare nel fascino dei presepi esposti, la luce che irradiò splendore presso la sacra mangiatoia del nascituro figlio di Dio.
Nella serata conclusiva, come da programma, l’intervento del sindaco Alfredo Barillari ha di fatto riconosciuto cittadinanza alla nascente associazione culturale e ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa artistica, auspicando che tante altre iniziative vengano organizzate anche in sinergia con l’Ufficio Diocesano Tempo libero, Turismo, Sport e Spettacolo dell’ Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro – Squillace, guidato da Frate Franco lio.
Il saluto affettuoso di Bruno Calvetta (già direttore della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia), membro dell’associazione “Fraternità Bruniana” – che attraverso le sue molteplici e importanti esperienze dirigenziali in Calabria e ora nella lontana Arabia, ha fatto respirare aria di impegni seri – è un’altra dimostrazione di quanto la compagine associativa stia costruendo per un servizio di qualità al territorio locale e universale.
Anche l’intervento del professore Vincenzo D’Agostino, vicario dell’ Istituto Comprensivo “Azaria Tedeschi”, in rappresentanza del dirigente scolastico Giovanni Valenzise che tra l’altro, ha sottolineato l’importanza della formazione educativo/pedagogica nei confronti delle nuove generazioni, ha aiutato i presenti a “volare in alto”. Degno di sottolineatura il contributo della professoressa Emanuela Veraldi che ha lavorato in laboratorio con i ragazzi che hanno realizzato il presepe presentato dall’Istituto come anche della docente Maria Grazia Carchidi che ha accompagnato i ragazzi a Palazzo Chimirri.
“Natale – ha concluso Frate Franco Lio – sarà sempre più Natale se a Natale nascerà (o rinascerà) il desiderio di essere nuovi, semplici, fraterni e testimoni dell’amore”.