
Botta e risposta fra minoranza e maggioranza, stavolta sui costi derivanti dalle pratiche del Suap. Gli esponenti del movimento “Per Serra insieme” ribadiscono la convinzione secondo cui la dichiarazione di dissesto abbia provocato un duro impatto sui cittadini e sottolineano che “con Delibera della Giunta comunale n. 90 del 15 settembre, comunicata a tutti gli studi commerciali in data 4 novembre, ‘l’Amministrazione del cambiamento’ ha introdotto una nuova tassa camuffandola sotto il nome di ‘diritti di istruttoria relativi ai procedimenti gestiti dal Suap a titolo di rimborso spese che l’Amministrazione sostiene per il funzionamento dello sportello’”.
La critica si concentra sul fatto che “in un momento difficile per l’economia del nostro paese vengono imposte nuove ‘tariffe’ per l’avvio di attività commerciali, di gran lunga superiori ai diritti di istruttoria previsti nelle grandi città”. “Commercianti ed imprenditori o aspiranti tali – rimarcano i rappresentanti della minoranza – ringraziano l’Amministrazione per i continui regali (vedi Tari) che puntualmente fa”.
La replica arriva dal vicesindaco Rosanna Federico che ribalta la visione e sostiene che “le solite polemiche dell’opposizione ci danno, ancora una volta, l’opportunità di chiarire, ove mai ce ne fosse bisogno, come tutti i passi compiuti da questa Amministrazione abbiano un’unica linea guida: l’interesse pubblico”.
A suo avviso, “applicare al momento dell’avvio di un’attività dei diritti già presenti da anni (e con importi anche più alti) in tantissimi altri Comuni, non significa certo gravare di un onere ingiusto i cittadini. Anzi, prevedere un versamento di 100,00 euro ad esempio, per l’apertura di un agriturismo, o anche di 300,00 per un’attività commerciale di 600 mq, ci è sembrato oltremodo doveroso”.
Federico motiva la decisione con il criterio della giustizia sociale e spiega che “aver privato sinora le casse comunali di tali introiti, anche a copertura dei costi che ogni pratica comporta per gli uffici comunali, oltre ad aver influito sulla situazione economica dell’Ente, ha significativamente privato tutti i cittadini di somme che avrebbero consentito un miglioramento dei servizi resi e magari una riduzione di altre imposte”.
“Come abbiamo sempre dimostrato – conclude – ancora una volta, non ci siamo sottratti alla responsabilità di assumere scelte che sapevamo sarebbero state strumentalizzate, perché siamo convinti il bene comune non si persegue con la ‘scena’ ma con coraggio, perseveranza e serietà”.