
Toni accesi e rilevanti aspetti tecnico-finanziari hanno caratterizzato il Consiglio comunale (assenti Valeria Giancotti e Cosimo Polito) chiamato ad approvare il Piano di riequilibrio. Una seduta decisiva per la vita dell’Ente, che dovrà rimettersi in careggiata e rispettare puntuali impegni al fine di evitare il dissesto. I dettagli del Piano sono stati illustrati dalla responsabile dell’Area economico-finanziaria Brunella Tripodi che he rilevato “gravi squilibri finanziari non affrontabili con metodi ordinari e che derivano da gestioni pregresse”.
“Già nei rendiconti 2016 e 2017 – ha spiegato – sono stati riscontrati dei disavanzi, ma è nel rendiconto 2018 che è comparso un disavanzo di circa 3 milioni e mezzo di euro e gli appositi parametri hanno segnalato una situazione strutturalmente deficitaria”. In particolare, sono 3 i motivi che hanno reso necessario l’avvio della procedura: il disavanzo rilevante, i debiti fuori bilancio (1.023.000 euro) e la carenza di liquidità. Il Piano di riequilibrio impegnerà l’Ente per 20 anni e sarà declinato su “quote costanti di 274.000 euro all’anno”, considerato che le passività ammontano a circa 7.300.000 euro. I debiti fuori bilancio dovranno essere recuperati nel primo triennio, mentre per far fronte alle passività potenziali si dovrà ricorrere “al fondo contenzioso per tutta la durata del Piano”. Quest’ultimo sarà basato “sull’incremento delle entrate con il recupero dell’evasione e l’incremento della riscossione (esternalizzazione del servizio). Non è previsto l’accesso al Fondo di rotazione.
Le modalità di predisposizione del Consiglio sono state contestate dal capogruppo di “Liberamente” Alfredo Barillari che ha sottolineato che “abbiamo avuto meno di 24 ore per visionare gli atti, che abbiamo ricevuto solo alle ore 13 del 2 gennaio” mentre “il parere del revisore ci è stato consegnato nel corso del Consiglio”. “Per 20 anni – ha aggiunto l’esponente della minoranza – le aliquote di Imu ed Irpef resteranno al massimo. L’Amministrazione ha dimostrato di essere incapace di far pagare le tasse ai cittadini e le percentuali d’incasso negli ultimi anni sono peggiorate. Questa maggioranza vive di campagne elettorali e questo Piano, così impostato, forse non eviterà il dissesto”. Sul ritardo della consegna degli atti, il sindaco Luigi Tassone ha precisato che “non è imputabile alla volontà politica, ma alla complessità della documentazione ed al periodo festivo”, quindi Barillari ha chiesto la sospensione del Consiglio per un’ora e mezza per avere il tempo di studiare il parere del revisore. Il diniego rispetto a tale richiesta ha spinto il consigliere Rosanna Federico a parlare di “violazione dei diritti della minoranza”. A rincarare la dose – dopo l’interrogativo senza risposta di Barillari su chi avesse effettivamente letto il parere – ci ha pensato il consigliere Walter Lagrotteria, che ha preteso “più attenzione dalla parte politica, che non deve scaricare la responsabilità sugli uffici”. “Inoltre – ha specificato – non è stata ancora data comunicazione della nuova Giunta e non è stata data risposta alla nostra interrogazione” sui lavori relativi alla scuola elementare di Terravecchia”. Per questo, ha dedotto che “l’Amministrazione è leggera e distratta da altri obiettivi ed era preferibile una gestione commissariale. Su tutto questo, interesseremo il prefetto”.
Tassone ha replicato specificando che “non abbiamo mai nascosto la condizione difficile delle casse dell’Ente. Abbiamo riconosciuto tanti debiti fuori bilancio, ma questa è stata l’unica strada da percorrere. Di certo, i debiti non sono imputabili a questa Amministrazione. Nei primi 3 anni ci renderemo conto della sostenibilità del Piano e lavoreremo per evitare il dissesto”. Puntualizzato che “non c’è nessuno scaricabarile sugli uffici”, il primo cittadino ha evidenziato che “l’interrogazione è stata presentata solo ieri e risponderemo compiutamente nei tempi consentiti dal Regolamento”. I consiglieri Alfredo Barillari, Walter Lagrotteria, Rosanna Federico e Brunella Albano hanno abbandonato la seduta ritenendola non regolare sia per il ritardo nella consegna degli atti che per l’insufficienza del numero legale. Al contrario, Tassone ha ritenuto la seduta “valida e legittima”. Il Piano di riequilibrio è passato con i 7 voti favorevoli della maggioranza.