
In riferimento all’ordinanza emessa dal sindaco Luigi Tassone che ha vietato di giocare a pallone in alcune piazze del centro storico, il leader di “Liberamente” Alfredo Barillari ha scritto una lettera aperta al primo cittadino che, di seguito, riportiamo integralmente:
Caro Sindaco,
un signore che del calcio è stato l’essenza, una volta ha detto: “se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci”.
L’ordinanza che vieta di giocare a pallone in diverse piazze del paese, non coglie ciò che questo gioco ha rappresentato per noi tutti negli anni in cui la politica era una cosa da grandi e l’unico pensiero era orientato al divertimento.
Ironia della sorte questa ordinanza ricade nel giorno in cui un intero popolo, qualche anno fa, era ancora inebriato dai gol di Fabio Grosso e Alex Del Piero contro la Germania nel mondiale del 2006.
Magia pura. Storia. Uno dei pochi momenti in cui si dimentica delle polemiche sugli immigrati, delle bollette da pagare, dell’acqua che non è buona, dell’ospedale che non funziona.
Perché un gol ha il potere di una poesia, di farci sentire tutti uniti, sia chi lo fa che chi lo subisce. Un gol ha la forza di elevarci dalla realtà e darci felicità; poco importa se segnato in una semifinale mondiale o in una piazza fra amici che forse un giorno saranno avversari.
Perché “ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada, lì ricomincia la storia del calcio”.
L’ordinanza sarà pure giusta per certi punti di vista: schiamazzi, vetri rotti, pallonate a pezzi di memoria rivestiti di sacro… Tutti temi che non possono essere ignorati.
Ma in questa storia, il diritto principale ce l’hanno i nostri piccoli concittadini.
Non possiamo infatti ignorare il diritto dei ragazzi a divertirsi, a trascorrere del tempo a conoscersi dando un calcio al pallone e scoprire così quei sentimenti che su un campo di calcio, anche se improvvisato, poi saranno amplificati dalle vicende di vita.
Allora si diano loro spazi pubblici in cui poter giocare, e solo dopo si emettano ordinanze rispettose dello spazio pubblico.
Se non lo si fa si corre il rischio di interpretare la signora infastidita dal rumore, che buca il pallone e rompe la magia.
Oggi, a Serra, non ci sono strutture pubbliche in cui potere giocare liberamente.
Questo è un dato di fatto, al quale bisogna rimediare.
Sarebbe il gol più bello per tutti.
Alfredo Barillari
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