Serra, l’ospedale “rimescola” la politica: fra discussioni, strategie ed ipotesi di alleanze

La lotta per la difesa dell’ospedale, a parole, viene indicata da tutti come una battaglia da combattere insieme mettendo da parte gli steccati politici. Un’enunciazione di principio che, però, non solo non viene tradotta in realtà ma produce nuovi motivi di frizioni e dissapori. 

Il gioco delle strategie ha prodotto finora due azioni, formalmente compatibili, ma di fatto antitetiche. “Serra al Centro” e “Per Serra Insieme” hanno promosso un’iniziativa congiunta che ha aperto un dibattito sull’ospedale ed una discussione squisitamente politica. Premesso che gli altri due gruppi, “Liberamente” e “Uniti per Serra” (che ormai sarebbe più appropriato chiamare Pd), non hanno aderito in quanto ciò avrebbe significato – politicamente parlando – accodarsi agli ideatori e riconoscere le loro ragioni, va detto che in seno a “Per Serra Insieme” si è aperta quella che, usando un eufemismo, potremmo definire una divisione in correnti di pensiero. Inevitabilmente, una manifestazione congiunta, seguita da comunicati stampa congiunti (che non significa condivisi da tutti i componenti), ha fatto ipotizzare nei più scaltri e maliziosi ad un embrione di accordo in vista delle elezioni comunali. Una sorta di gioco d’anticipo che Vito Regio e Bruno Rosi si sono affrettati a smentire, sull’onda dei malumori di parte della base, sostenendo che nessun “accorduni” può essere immaginato. Sulla stessa linea ci sono Biagio Figliucci e Cosimo Polito – peraltro assenti alla manifestazione di sabato – che non fanno mistero di considerare questo cammino impraticabile. Le opinioni degli altri componenti della lista, al momento, non sono note. I rumors raccontano una versione controversa, secondo la quale le due anime del gruppo sarebbero arrivate ai ferri corti. 

Nel mentre, il sindaco Alfredo Barillari ha convocato un Consiglio comunale aperto sull’argomento per sviscerare i problemi, nel quale dovranno esserci i chiarimenti sul perché la Casa della Comunità sarà ubicata nei locali dell’ospedale “San Bruno”.

Stando alle voci, anche nella maggioranza ci sarebbe un ragionamento politico sul percorso da intraprendere nella seconda parte della consiliatura: sarebbe in corso di valutazione un’eventuale rimodulazione della Giunta. Ma questo nulla ha a che vedere con la questione ospedale. 

La compagine “Uniti per Serra”, per come era nata, non esiste più, essendosi trasformata in un monocolore Pd sotto la guida del tandem Tassone-Procopio.

Intanto, si sta facendo largo “Serra al Centro”: l’idea del nuovo movimento ha consentito di uscire dall’angolo al già deputato Bruno Censore che sta attuando una spinta campagna di allargamento. Di successo? Questo, nel lungo termine, è da verificare, ma ad oggi il “laboratorio” politico è riuscito ad attirare Gregorio De Caria e Rosa Vellone (il gruppo dei salerniani si è polverizzato), inglobandoli, ed ha creato un ponte con quella che, semplificando, potremmo chiamare la corrente Raffele di “Per Serra Insieme”. Se questo dialogo concerne solo il nosocomio o anche la più generale linea politica, lo si capirà nei prossimi mesi. Di certo, costituisce una novità che fino a poco tempo addietro nessuno avrebbe prospettato, visto che fu proprio lo strappo fra queste due aree a mettere in discussione la tenuta dell’Amministrazione targata “La Serra rinasce”. Un dato, comunque, non può essere ignorato: badando poco alle critiche e molto alla sostanza, Censore si è comportato da regista ed ha allestito contatti e conversazioni, che – considerato che prima questi interlocutori lo additavano come responsabile della perdita di servizi, oltre che come “tiranno” della politica – lo hanno pienamente riabilitato sul tavolo delle trattative locali.

Nel complesso, va registrata una grande confusione di fondo, frutto di un decadimento della politica e di una certa indifferenza verso la coerenza ideologica (per quello che vale nel 2022) e personale. Tanto per fare un esempio, in ogni protesta che ha riguardato l’ospedale non sono mancate le contestazioni accese al presidente della Commissione Sanità – si chiamasse Salerno o Mirabello – mentre adesso c’è un assoluto mutismo. Perché? Semplice, perché Michele Comito è stato votato da esponenti sia di “Per Serra Insieme” che di “Liberamente”. Fermo restando che il presidente della Commissione Sanità non ha compiti prettamente gestionali, ma solo di analisi ed eventuale approvazione delle proposte di legge in tema sanitario (ed escludendo ciò che ricade nel Piano di rientro), oltre che di “ispezione” e controllo.

Dunque, il quadro politico è in continua evoluzione e non tiene conto di regole prefissate: il tutto sembra preludere ad ulteriori colpi di scena.

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