
Delusi, amareggiati, pronti a far sentire la loro voce. Forte e chiara. I 20 lavoratori in mobilità in deroga che stanno svolgendo il loro tirocinio presso il Comune di Serra San Bruno sono sul piede di guerra. Dall’inizio dell’estate sono impiegati in lavori di utilità pubblica, colmando di fatto un vuoto di personale e adoperandosi senza risparmio. Senza di loro, alcuni interventi non sarebbero probabilmente stati realizzati. Ma da allora non hanno ricevuto alcun compenso e ciò ha fatto gradualmente salire la tensione minando la loro tranquillità familiare. “Non è possibile – sostiene uno di loro – continuare a lavorare senza ricevere un euro. Questa storia ormai va avanti da mesi, precisamente da giugno, e siamo quasi ad ottobre. Così ci mettono in difficoltà. Svolgiamo con grande dedizione i compiti che ci vengono di volta in volta impartiti, ma questa situazione ci crea preoccupazione e disagi. A casa molti di noi hanno moglie e figli che aspettano, tornare sempre con le tasche vuote è umiliante”. Sono feriti, non pensavano di cadere in quella che rischia di trasformarsi in una sorta di trappola. Nel loro mirino c’è la Regione Calabria: l’erogazione dei sussidi passa infatti da Catanzaro ed in particolare dall’assessorato al Lavoro ed alle Politiche sociali, guidato da Federica Roccisano. Chiedono risposte ed anche alla svelta, vogliono semplicemente quello che gli spetta, niente di più. Della questione si è tempestivamente interessato il sindaco Luigi Tassone che, dopo aver ascoltando le loro esigenze e le loro richieste, ha “avviato un’interlocuzione con la Regione per comprendere i motivi dei ritardi nei pagamenti” e cercare di “risolvere al più presto” il problema. Intanto, i lavoratori aspettano, ma solo fin quando saranno nelle condizioni di poterlo fare. Poi, il pericolo sarà l’esplosione incontrollata del loro malessere.
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