Sembra essere arrivata a conclusione la vertenza carburanti che da diversi anni sta creando discussioni a Serra San Bruno. Il Consiglio di Stato ha infatti ritenuto adeguata la motivazione dell’ordinanza con la quale il Tar aveva riconosciuto “l’insussistenza del pregiudizio grave e irreparabile” e ritenuto intangibile il permesso di costruire rilasciato dal Comune alla Muzzì Srl unipersonale ed ha respinto l’appello proposto dalla Schiavello carburanti.
LA VICENDA Ricky Anthony Muzzì aveva ottenuto il rilascio del permesso di costruire n. 5 del 7 maggio 2015 relativo alla realizzazione dell’impianto, trovando l’opposizione della “Schiavello Carburanti”, che gestisce due impianti di distribuzione carburanti nel territorio comunale, che aveva chiesto al Comune il ritiro in autotutela del permesso di costruire, “essenzialmente in relazione all’ubicazione dell’impianto in zona a rischio idraulico R4, interessando anche l’Autorità di bacino regionale”.
Richiesta che, però, non aveva convinto il responsabile del Settore Urbanistica Graziano Mandaliti che aveva comunicato che “a seguito di verifiche non sono emersi motivi d’illegittimità, nel contempo revocando l’invito dato al controinteressato a non avviare i lavori”.
Erano inizialmente seguiti il ricorso al Tar da parte della “Schiavello Carburanti”, con l’accoglimento della domanda e quindi l’annullamento del “diniego di annullamento in autotutela” ed il controricorso di Muzzì al Consiglio di Stato, con l’organo di secondo grado che aveva dichiarato “in parte irricevibile e in parte inammissibile il ricorso proposto in primo grado e i relativi motivi aggiunti, restando ovviamente salvi i poteri delle Autorità amministrative, comunale e regionale, in ordine a ogni profilo di legittimità del titolo edilizio”.
La vicenda è andata avanti nelle sedi competenti fino al responso odierno con il quale viene riconosciuto il via libero definito per il nuovo impianto di rifornimento.