Serra, Franzè e Iovine insistono: “No alla Casa della comunità dentro l’ospedale”

“Un sistema sanitario prossimo alle esigenze del cittadino non sta a significare che la Casa di comunità debba essere ubicata all’interno dell’ospedale civile di Serra San Bruno”. La considerazione è vergata dagli esponenti di “Serra al Centro” Maria Rosaria Franzè e Bruno Iovine, secondo i quali “c’è un curioso travisamento tra lo scopo principale di queste nuove istituzioni sanitarie ed il modo in cui viene tracciata la loro prospettiva nel vibonese”.

Il punto della questione è che “la ragione di queste nuove strutture sta nel fatto che dovrebbero fungere da ‘filtro’ territoriale – quindi devono stare sul territorio – per evitare un imbuto caratterizzato da accessi impropri al Pronto soccorso. Dovrebbero, quindi, lavorare in sinergia con la Medicina territoriale, i medici di famiglia, onde evitare che pazienti cronici finiscano in ospedale. Ma all’Asp di Vibo Valentia, evidentemente, non la pensano cosi. E anziché capire come meglio dislocare sul territorio la Casa di comunità, hanno pensato bene di inserirla nel corpo del nosocomio ‘San Bruno’, andando palesemente in contromano rispetto alla finalità di questa struttura e creando un doppione il cui scopo, non poi cosi velato visti gli accadimenti degli ultimi mesi, sarebbe quello di sopprimere il servizio ospedaliero”. Ciò si tradurrebbe in “un piccolo escamotage per svuotare la sanità del comprensorio delle Serre ‘da dentro’”, ma ad avviso degli esponenti di “Serra al Centro” qualcosa “pare non andare per il verso giusto”, poiché “se fosse confermata la circostanza che le gare d’appalto per le Case di comunità, portate avanti da Invitalia, sarebbero andate deserte, ci troveremmo in un impasse non previsto dal management vibonese, che rischia di metterne a soqquadro i piani”. Da qui nasce un invito che sa di monito: “sarebbe meglio se il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, si preoccupasse di ciò che realmente manca (praticamente tutto) in termini di servizi ambulatoriali sia esterni, al distretto, che interni all’ospedale”. Per Franzè e Iovine “l’esempio emblematico di un grave disservizio” è rappresentato dal fatto che “per la scelta del medico di base, o per l’esenzione ticket, un cittadino dell’entroterra deve recarsi a Vibo Valentia. Senza contare, poi, che il centralino dell’ospedale – in costanza di due dipendenti – non funziona”. “Appare chiaro – per Franzè e Iovine – che dette scelte siano nettamente discutibili rispetto all’interesse pubblico che dovrebbe fungere da unico faro nelle scelte amministrative sanitarie. Un interesse pubblico che sembra cozzare con tante delle decisioni manageriali dell’Asp vibonese. Noi – concludono – siamo e saremo sempre contrari che la Casa di comunità venga ubicata dentro l’ospedale ‘San Bruno’ e per questo non faremo che mantenere alta l’attenzione sulla gestione del diritto alla salute nel comprensorio delle Serre, affinchè non venga soppresso da un meccanismo decisionale azionato da chi non ha a cuore le sorti del territorio montano”. 

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