
Si comincia a respirare aria di campagna elettorale anche a Serra San Bruno, dove l’esito della sfida del 4 marzo potrebbe avere ripercussioni anche in ambito locale. Le diverse coalizioni hanno dato vita alle prime azioni finalizzate alla coagulazione del consenso: si tratta di schermaglie che hanno risvegliato gli animi assopiti di chi negli ultimi anni aveva mostrato un silente distacco.
In questa prima fase, sono (ri)emerse le contraddizioni interne ai partiti, ma anche nuove prospettive per il futuro.
Forza Italia Il partito berlusconiano sente di avere il vento in poppa, ma è evidente una confusione organizzativa che persiste da diverso tempo e che potrebbe rendere complicato far passare il messaggio di unità. Su base locale, a dispetto degli annunci estivi (leggi qui), manca un coordinatore e questa situazione è figlia della diversità di vedute fra il gruppo che fa capo a Michele Ciconte e quello che risponde a Carmine Franzè. Il tutto senza dimenticare il ruolo che giocheranno i fedelissimi del consigliere regionale Nazzareno Salerno. L’obiettivo è quello di ricostruire il centrodestra deflagrato alle ultime amministrative, il rischio è quello di alimentare le divisioni.
Partito democratico Bersagliato dalla stampa (assai meno dall’opposizione) in riferimento al programma di tirocini ed alla riapertura della short list al Parco delle Serre, la compagine renziana punta sul suo zoccolo duro storico, oltre che sull’apporto dell’intera Amministrazione comunale. La squadra guidata da Luigi Tassone, dopo l’oggettivo attivismo dei primi mesi, è finita nel mirino dei suoi stessi “comunicatori”, sintomo di crepe interne che si aprono. Lo scopo è quello di rafforzare la supremazia politica acquisita, la paura è quella dell’avvio del declino.
Movimento 5 Stelle I grillini hanno dalla loro parte la voglia di rivalsa di quei cittadini imbufaliti nei confronti della classe politica e mirano a proporsi come novità da testare, ma manca qualsiasi forma di organizzazione e, di conseguenza, di strategia su base comprensoriale. Il risultato che sarà ottenuto misurerà l’effettiva volontà della popolazione di scardinare lo status quo politico: i numeri indicheranno se e quanto spazio c’è per questo tipo di impostazione di pensiero in un territorio con caratteristiche ben definite quale quello serrese.
Interessante sarà, infine, la performance di partiti/movimenti che hanno optato per la corsa solitaria ed in particolare di “Liberi e Uguali”, “Potere al popolo” e “CasaPound”.
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