Serra. Bruni: “Dissesto della Provincia di Vibo creato con bilanci fasulli”

Voglia di ricominciare, ripartendo dall’antica passione dalla politica, quella “vera”, quella che “mette al centro il territorio”. Alla manifestazione promossa da “Udc – Noi con l’Italia”, Gaetano Ottavio Bruni ha rispolverato la sua determinazione, sfogando la sua verità sull’Ente che lo ha visto protagonista assoluto di una lunga stagione politica. Voce sicura, occhi puntati sulle facce dei presenti a palazzo Chimirri, Bruni ha premesso che “la politica è ragionamento e adesso ci ritroviamo con tanti amici, dopo molto tempo, per iniziare un nuovo viaggio”. “Grandi esempi di amministrazione dei grillini – ha affermato – non ne abbiamo avuti, con loro rischieremmo di tornare indietro. L’Italia ha bisogno di un partito moderato che tenta di dare un equilibrio restando al centro, che punta sul rinnovamento e che si propone di governare con il centrodestra portando avanti programmi seri, i principi ed i valori dei moderati. Con il voto – ha spiegato – si giudicano gli uscenti e si valutano coloro che si propongono per la prima volta: se non si sceglie i danni ricadono sulla comunità e poi non ci si può lamentare”. Non sono mancati attacchi più o meno velati agli avversari: “le ambizioni – ha sentenziato – non possono essere poggiate sull’equivoco, sul baratto, sulla promessa del posto di lavoro”.

Confronto acceso con il sindaco di Brognaturo Cosmo Tassone su un tema caldo del periodo: “uscire dalla Provincia di Vibo Valentia – ha specificato Bruni – significa soppressione delle postazioni istituzionali. Non si deve procedere con la soppressione della Provincia ma con la soppressione politica degli uomini che hanno creato lo sfascio, generato dalla mancanza di capacità contrattuale e di classe dirigente. Il dissesto – ha sostenuto con tono perentorio – è stato creato alla Provincia perché sono stati approvati bilanci fasulli. Chi ha utilizzato la Provincia per farsi propaganda per le elezioni deve tornare a casa”.

L’evento è stato aperto dal coordinatore Udc della zona delle Serre Davide Tucci che ha additato “la crisi di valori della società” e che ha ricordato che “lo Stato deve essere al servizio del cittadino e non il contrario”.

“La giovane età anagrafica – ha asserito il coordinatore nazionale dei Giovani Udc Marco Martino – non significa essere in grado di amministrare in maniera adeguata la cosa pubblica. La politica non può essere improvvisazione, ma deve dare un contributo alla propria collettività. L’Udc non è un agglomerato di interessi, non è un simbolo improvvisato, ma ha radici profonde. Il nostro partito – ha aggiunto il sindaco di Capistrano – ha fatto la storia d’Italia con la politica del pensiero. È vero che in quegli anni aumentava il debito pubblico, ma crescevano anche la capacità occupazionale e le opportunità. Oggi il vero problema è la disaffezione alla politica perché essa non riesce nemmeno a dare soddisfazione ai bisogni dei meno abbienti”.

“L’Udc – ha poi ribadito il candidato al Senato Gregorio Ciccone – è un soggetto politico che bilancia la coalizione verso il centro e che vuole fare la politica dell’efficienza e del miglioramento. Noi vogliamo selezionare una nuova classe politica da offrire alle Istituzioni. Occorre – ha concluso – mettere al centro un territorio che è abbandonato”.

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