Serra. Asilo Chimirri nella bufera, Zadra: “Ecco come sono andate le cose”

L'Asilo Chimirri di Serra San Bruno

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, arriva la presa di posizione della legale rappresentante dell’Asilo Chimirri Ernesta Zadra che risponde alle affermazioni dell’ormai ex direttore didattico Francesco Scopacasa. “Nell’archivio della scuola – spiega in una nota Zadra – è conservato tra gli altri documenti amministrativi, il Protocollo che è stato forse il solo atto che il professore sembra abbia consultato ed in cui, tra l’altro, sono registrate le richieste di assunzione delle maestre del territorio. A quanto pare, i soli fatti che interessavano il professore. Almeno due fra queste sono state registrate prima di quella della maestra che è stata poi assunta. Mi meraviglio che il professore non le abbia notate. Ha detto il vero – chiarisce Zadra riferendosi alla controparte – che l’archivio storico dell’Asilo, vecchio di cento anni e che narra la storia di questa gloriosa realtà scolastica di Serra San Bruno, ed anche l’archivio corrente, sono stati da me conservati, nella mia qualità di responsabile legale della Fondazione allorché l’edificio che accoglie l’Asilo si era trasformato in un cantiere. Ho l’orgoglio di averli salvati da una sicura dispersione. Il professore ha potuto riscontrarne la avvenuta restituzione quando, in uno dei primi Consigli d’Amministrazione che si sono tenuti nell’Asilo, è stato aperto il mobile che li contiene, affinché potesse consultarli quando e come voleva. Così – precisa – è scritto nel Verbale stilato nell’occasione. Ho anche aggiunto che parte dei documenti erano a disposizione nello studio del commercialista Salerno che tiene la nostra contabilità ed altri che si riferivano alla contabilità dei lavori di ristrutturazione dell’edificio ed i rapporti con la Regione, erano stati curati da Gerardo Rachiele che era l’ex consigliere tesoriere, uomo di grande rettitudine ed anche di esperienza perchè ex direttore della Carime, e che era pronto a fornirgli ogni spiegazione in merito. A quanto mi risulta, il professore ha consultato gli atti con la Regione, ma non altri incartamenti e mi meraviglio ancora una volta che egli abbia, senza gli opportuni approfondimenti, parlato poi di scarsa trasparenza amministrativa. Posso dire a chi giova?
Il professore Scopacasa si è dimesso dall’incarico di direttore didattico, nomina ricevuta dal Consiglio di Amministrazione della Scuola, per le motivazioni di cui sopra ed ha consigliato, per la trasparenza, di affiggere un bando in bacheca per reperire un candidato sul territorio. Mi corre a questo punto l’obbligo di chiedergli come mai non abbia sentito di seguire la stessa prassi in occasione della nomina della maestra, poi assunta per chiamata diretta. Vorrei anche che il professore, preside emerito, mi spiegasse il senso della sua affermazione quando ha parlato di missione che intendeva svolgere nell`Asilo Chimirrri, perchè egli non è entrato con gentilezza e umiltà nelle aule di questo vetusto edificio, bensì, come si suol dire, a gamba tesa e con velleità egemoniche. Ha subito accusato la precedente Amministrazione – racconta ancora Zadra – di assenza di trasparenza amministrativa minacciando consiglieri e maestre riuniti di far venire un ispezione dell’Ufficio scolastico (che si è poi concretizzata), di far togliere la parità all’Asilo e di far chiudere la scuola. Ignorando che ciò avrebbe comportato il licenziamento del personale e delle maestre e la fine del glorioso Asilo Chimirri che tanti benefici aveva apportato in tanti anni di attività alla popolazione. Con le sue intemperanze e minacce continue – sentenzia Zadra – il professore è riuscito a sconvolgere il tessuto psicologico dell’ambiente umano che operava nell’Asilo e che non aveva mai dovuto affrontare una situazione così devastante per la sua sopravvivenza. Mi domando – è il passaggio chiave – infatti quanto questa fragilità abbia influito nella votazione all’unanimità per l’assunzione della maestra sostenuta dal professore Scopacasa. Almeno per quanto riguarda il mio voto. Il professore Scopacasa – accusa Zadra – è giunto persino ad aggredirmi verbalmente, con tale violenza da indignare i consiglieri, nonché i genitori presenti nell’Asilo. Ciò ha comportato che gli stessi genitori si recassero il giorno dopo dal sindaco per denunziare l’accaduto e chiedere la rimozione del professore dall’Asilo; esempio seguito anche dalle maestre, che hanno raccontato dei soprusi subiti. Il giorno seguente l’accaduto, anch’io mi sono recata presso la locale Stazione dei carabinieri per denunciare l’aggressione verbale a cui ero stata sottoposta, ma ho scoperto che il reato di calunnia è stato depennato dal Codice penale. Il professor Scopacasa ha lamentato che il pagamento degli stipendi al personale dell’Asilo era in ritardo (aggiungo di un mese e mezzo), ma come era possibile lavorare in queste condizioni? A questo punto ci auguriamo che il sindaco, che sappiamo ha nominato il Consiglio, con elementi che riteneva all`altezza del compito, non rinnovi il professore Scopacasa nel Consiglio dell’Asilo Chimirri, poiché egli è ormai persona non gradita. Un grazie ai consiglieri per quanto hanno potuto operare in tante difficoltà. Rimane alla fine – è la conclusione – l’amarezza per quello che si poteva fare e non è stato fatto e la constatazione che l’arroganza poteva essere sostituita con un poco di umana solidarietà”.

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