
“Quando si affrontano questioni delicate e complesse come quelle relative alla Sanità, quando c’è di mezzo la salute dei cittadini, quando c’è in gioco il futuro di un territorio e di una comunità non ci può essere spazio per guerre fra poveri. Ci deve essere, però, il tempo per ripristinare la verità e per farsi carico, ognuno secondo i rispettivi ruoli, delle proprie responsabilità”.
Con questa premessa, i rappresentanti del movimento “Serra al centro” Bruno Iovine e Gregorio De Caria introducono un argomento – quello inerente l’ospedale ‘San Bruno’ – sentito e ulteriormente deflagrato a causa dei continui trasferimenti di personale.
“Non abbiamo creduto alle facili promesse di quanti si sono alternati ai vertici dell’Asp di Vibo Valentia – affermano gli esponenti del movimento – né ci è piaciuto lo strabismo politico-amministrativo del presidente e commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto, e abbiamo condotto una battaglia seria e continua con l’obiettivo di tutelare i diritti della nostra gente. Ma di fronte ai nostri inviti ad aprire gli occhi, a coinvolgere la popolazione ed a riunire amministratori ed associazioni, abbiano dovuto registrare il disinteresse del sindaco di Serra San Bruno, forse abbindolato da altri contesti ed innamorato di altri salotti”.
Secondo Iovine e De Caria, che attaccano apertamente la controparte, “il ruolo di chi fa politica è quello di stare in mezzo ai propri cittadini, non quello di andare a trattare in altre stanze tradendo la fiducia di chi chiede servizi essenziali”. “Dove sono i reparti di Riabilitazione e Lungodegenza – si domandano gli esponenti del gruppo -, dove sono infermieri ed Oss, dov’è il Pronto soccorso all’avanguardia, dove sono le ambulanze con il necessario equipaggiamento, dove sono i posti aggiuntivi di Medicina? C’è stato solo un assordante silenzio di un sindaco che ha perso credibilità perché ha abbandonato il suo popolo, un sindaco di cui si ricordano solo sopralluoghi in compagnia di chi premeditava la chiusura del ‘San Bruno’, solo foto sui social network, solo parole ridondanti, ma nessun risultato concreto. Un sindaco che rendendosi conto che ormai ‘il re è nudo’ vorrebbe ora appropriarsi delle lotte degli altri e vestire i panni del novello capopopolo, forse perché il conto alla rovescia per le elezioni è già partito”.
Ad avviso di Iovine e De Caria, però, “adesso è troppo tardi, perché la gente ha capito le intenzioni ed i disegni. I serresi non dimenticano le false rassicurazioni, le note per tranquillizzare, mentre l’ospedale, pezzo dopo pezzo, veniva smantellato. È inutile – concludono – cercare di arrampicarsi sugli specchi. Bisogna piuttosto agire concretamente e con solerzia, richiamando Occhiuto, a cui l’Amministrazione comunale ha offerto un caldo sostegno, affinché smetta di privilegiare altri territori a danno delle Serre e restituisca all’entroterra vibonese un ospedale degno di questo nome”.