
Maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù, violenza sessuale pluriaggravata: sono queste le gravissime accuse a carico di un cinquantaduenne che i Carabinieri hanno fermato su disposizione della Procura della Repubblica. Secondo quanto emerso nel corso dell’indagine condotta dai militari dell’Arma della Compagnia di Lamezia Terme, dal 2007 ad oggi l’uomo si sarebbe reso responsabile di una vera e propria segregazione della propria compagna, peraltro ripetutamente picchiata e violentata. Una condotta scellerata concretizzatasi, secondo gli inquirenti, in diverse abitazioni e, infine, all’interno di una casupola diroccata di Gizzeria, in provincia di Catanzaro, sprovvista sia di bagni che della corrente elettrica. Un rapporto malato, sostengono gli investigatori, durante cui la donna, di origini romene a differenza del convivente, italiano, ha dato alla luce due bambini, oggi di 9 e 3 anni. Sulla base di quanto ricostruito nel corso dell’attività investigativa, la vittima avrebbe riportato ferite importanti, pure durante il periodo in cui era in attesa dei figli. Danni consistenti che avrebbero interessato anche le parti intime, su cui l’aguzzino avrebbe applicato punti di sutura utilizzando la lenza di una canna da pesca. Costretta a non muoversi ed a subire violenze inaudite, le era impedito di intrattenere rapporti con il mondo esterno e di essere curata, anche nel corso dei periodi di gravidanza. In diverse circostanze il compagno avrebbe intimidito i bimbi in quanto desiderava la loro partecipazione agli atti violenti contro la donna.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.