Scuola, polemica per il contributo d’iscrizione “volontario”: in Calabria richiesti contributi fino a 200 euro l’anno

I genitori temono ritorsioni e così diventa una tassa sui figli

“Lo scorso 31 gennaio abbiamo ricevuto l’ennesima tassa occulta”: è questa la nuova denuncia del Codacons.


Come noto, la crisi ha colpito, in maniera drammatica, anche le scuole ed i pochi fondi che arrivano non sono sufficienti per far fronte a tutte le esigenze, sia degli studenti che del personale scolastico.
Così, da qualche anno, si è pensato di ricorrere al “contributo volontario”:
un versamento ulteriore e, soprattutto, “volontario” rispetto alle normali tasse scolastiche e che, dopo essere stato deliberato dal Consiglio d’Istituto, è richiesto ai genitori in concomitanza con l’iscrizione all’anno scolastico successivo.
L’obiettivo è “finanziare l’ampliamento dell’offerta culturale e formativa”.
In molti istituti però ai genitori sono chieste somme che poco hanno a che vedere con un semplice “contributo”.
In Calabria il Codacons parla di somme che arrivano, addirittura, fino a duecento euro l’anno.
Ma più che l’importo dell’obolo, anche se in alcuni casi è davvero gravoso per i bilanci familiari, ciò che indispettisce il Codacons, è la modalità con cui viene richiesto.
Modalità che hanno fatto infuriare tanti genitori, secondo i quali il contributo sarebbe tutt’altro che volontario.
“Questo nuovo balzello – accusa il Codacons – finisce per essere abietto proprio perché viene imposto alle famiglie mediante un ‘ricatto’ e alcuni genitori temono che gli alunni che saranno ricompresi negli elenchi dei morosi, finiscano per essere, o sentirsi, in difficoltà.
Se il contributo è davvero volontario, dev’essere rimesso alla determinazione delle famiglie e, magari, proporzionato alle reali possibilità di ciascuno.
Prevedere una ‘tassazione unica’ per tutti, contraddice la norma costituzionale che prevede la gratuità della scuola dell’obbligo”.
“Non siamo contro il contributo a priori – sostiene Francesco Di Lieto, della stessa associazione dei consumatori – tuttavia pretendiamo che il versamento venga chiesto in maniera corretta, specificando l’assoluta volontarietà del contributo, altrimenti si rischia di confonderlo con una tassa.
E’ inammissibile camuffare una richiesta d’aiuto spacciandola per un obbligo.
Ovviamente i versamenti sono perfettamente legittimi, tanto che sono previste finanche detrazioni fiscali legate ai predetti contributi, ma devono essere assolutamente volontari.
Nel rispetto del principio di obbligatorietà e gratuità dell’istruzione”.
“Se dovessimo ricevere ulteriori segnalazioni circa pressanti richieste rivolte alle famiglie – preannuncia Di Lieto – non esiteremo a denunciare questo malcostume, posto in essere con l’avallo dei Consigli d’Istituto”.

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