Sanità nel Vibonese, l’Osservatorio civico “Città attiva” ironizza sulla Commissione Asp e attacca: “Enorme penalizzazione, attuare subito il principio di equità”

*Ora che sappiamo di rappresentare un modello per il resto d’Italia, ci sentiamo legittimati ad alzare l’asticella delle pretese e compiaciuti dal fatto che il “Niguarda” ci osserva con ammirazione, riteniamo che la Commissione Straordinaria non possa attendere un minuto di più e che debba riaprire immediatamente la medicina d’urgenza e l’osservazione breve intensiva, il primo passo è stato fatto, mettendo a disposizione gli spazi, ma adesso bisogna raggiungere il traguardo, attivando i posti letto ed assumendo il personale necessario. E per fare davvero una bella figura insistiamo pure nella richiesta di provvedere subito all’acquisto di nuove barelle, di sedie a rotelle, di almeno un ecografo, di nuovi elettrocardiografi e di tutto il materiale sanitario e la strumentazione tecnologica mancante, che abbiamo più volte elencato. Ora che il “Niguarda” di Milano ha gli occhi puntati su di noi, dobbiamo fare presto, e soprattutto dobbiamo dimostrare che ce la possiamo fare anche da soli, senza necessità di ricorrere ad ‘amministratori di sostegno’, perché si vocifera che si stia surrettiziamente commissariando anche l’organizzazione dell’emergenza-urgenza in Calabria. 

Siamo certi che ai colleghi meneghini siano stati riferiti i numeri che ci condannano inevitabilmente all’inefficienza nei servizi, da uno Stato che continua a dividere i cittadini in categorie: di serie A e di serie B, trattandoli di conseguenza, ma ci sono anche quelli di serie Z, nella quale ovviamente rientriamo proprio noi calabresi, perché nonostante abbiamo visto uno Stato correre in nostro aiuto 15 anni fa, a fronte dell’immediato aumento massimo delle addizionali regionali, non abbiamo potuto ahinoi apprezzare ancora i meriti e gli effetti dell’intervento statale nel nostro sistema sanitario, evidentemente i principi costituzionali sono da considerare ormai acqua passata, visto che dal 1948 ad oggi ne sono trascorsi di anni…

Vorremmo innanzitutto chiedere agli esperti milanesi, riguardo alla dotazione di personale sanitario tra pubblico e privato convenzionato e di posti letto, se sanno che per 10.000 abitanti in Calabria ci sono 119 addetti, mentre la Lombardia può contare su 151 operatori sanitari, 32 in più ogni 10.000 abitanti, e mentre la Lombardia ha a disposizione 41 posti letto ogni 10.000 abitanti, noi ne abbiamo solamente 33, il numero più basso in tutta Italia, riservato solo a noi ed alla Campania. Ed infine, per completare il quadro, un cenno lo dobbiamo fare anche alla spesa pro-capite: quella assegnata ai lombardi è di € 2.246,00, mentre per i calabresi è pari ad € 2.124,00, oltre 100 euro di differenza che va moltiplicato per il numero degli abitanti in Calabria che è pari a 1.855.454. E non ci si nasconda dietro apparenti criteri, perché è a parità di condizioni che si fanno i confronti! E volutamente, in questa analisi, ci fermiamo al confronto con la sola Lombardia, trascurando i numeri di altre Regioni, che evidenzierebbero  discriminazioni ancora più eclatanti. Tutto ciò, si badi bene, avviene sotto l’occhio vigile dello Stato, che ancora oggi, ha in mano la sanità calabrese e che quindi è il garante del nostro Diritto alla Salute, evidentemente la nostra vita non vale granché, visto che la matematica non è un’opinione. 

Se poi ci spostiamo su Vibo i numeri diventano impietosi: operando il confronto con le altre Province il gap in termini di risorse, in particolare per l’assistenza socio-sanitaria è pari al 40% in meno, la differenza con Crotone diventa così esagerata da indurre a ritenere che la realtà dei fatti sarebbe da sottoporre al giudizio della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: € 4.530.618, 95 a Vibo ed € 35.124.476,16 a Crotone, a parità di popolazione, per il triennio 2022-2024. Ed anche in termini di posti letto i numeri dell’ingiustizia che subiamo sono eclatanti 1,86 per 1000 abitanti quelli attuali e 2,39 quelli con la nuova programmazione (al di sotto addirittura del coefficiente indicato a livello nazionale del 3 per 1000), mentre Crotone passa incredibilmente da 3,92 a 4. 

Ed è in questo scenario che l’Asp di Vibo ha subìto addirittura un taglio di risorse di ben 30 milioni nel passaggio dall’assegnazione provvisoria a quella definitiva e quindi dal DCA 217/2023 al DCA 92/2024. Ci si domanda di fronte a questi numeri, ed in vista della programmazione 2025-2027, che posizione abbia deciso di prendere la Commissione Straordinaria chiamata a gestire l’Asp di Vibo ed a garantire i LEA anche nella nostra Provincia, in coordinamento con il Commissario ad acta alla Sanità, così come previsto dall’art. 4 comma 1 del Decreto Calabria. Sarebbe davvero inaccettabile, oltre che fortemente deludente, se la Commissione Straordinaria, chiamata direttamente dal Ministero dell’Interno a ripristinare la legalità, si dimostrasse incapace di attuare innanzitutto il principio di equità, in un’Asp che da decenni viene fortemente penalizzata in termini di risorse, di personale, di posti letto e di investimenti.    

*Avv. Daniela Primerano, Avv. Francesca Guzzo, Avv. Ornella Grillo (Osservatorio civico “Città Attiva”)

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