Sanità. Ferro, Viscomi e Mangialavori uniscono le forze: “È un dovere impegnarsi per la comunità”

Hanno guardato la questione sanità da una prospettiva diversa, unitaria, popolare. Tutti e tre componenti di una variegata opposizione, ma secondo quanto hanno prospettato non è questo il fatto dirimente. Il punto è una comunità in difficoltà, che ha perso tanti servizi e rischia di perderne altri. Wanda Ferro, Antonio Viscomi e Giuseppe Mangialavori hanno preso parte all’Assemblea cittadina organizzata dal movimento civico “Liberamente” analizzando diversi problemi concatenati che attanagliano un settore vitale eppure in crisi sottoponendo all’attenzione di un pubblico attivo spunti e riflessioni.

Premesso che “è un dovere essere qua” e che “siamo qui perché non abbiamo né padrini e né padroni e non dobbiamo chiedere permesso”, la deputata di Fratelli d’Italia ha subito chiarito che “la sanità non si deve prestare a diventare consenso elettorale” ponendosi interrogativi sulla nomina del direttore del distretto sanitario e ribadendo, più in generale, che “vogliamo leggere i bandi non per raccomandare ma per conoscere i requisiti”. “La sanità – ha affermato – non deve essere un’industria di consensi, ma di salute. Occorre rafforzare il territorio per dare più risposte ai cittadini che vanno in Pronto soccorso. Di commissariamento muore la politica e muore il territorio”. Affrontato il tema dell’emigrazione sanitaria, ha espresso l’intenzione di “dire basta all’essere il bancomat del centronord” ricordando che comunque “vanno revocati i dg che non hanno raggiunto gli obiettivi”.

Sulla necessità di “costruire un sistema sanitario giusto per i cittadini” si è soffermato Viscomi che ha additato due vizi calabresi: “l’approssimazione e l’improvvisazione che portano all’emergenza”. “Il problema – ha sostenuto l’esponente del Pd – non sono i soldi, ma l’incapacità di lavorare insieme. Si deve ragionare sull’affiancamento e non sul commissariamento. La sanità è delle comunità, dei sindaci. Ma va detto che quando c’è stato il dibattito sulla sanità in Consiglio regionale c’erano solo 10 sindaci. I sindaci sono centrali, ma devono essere affiancati dalle comunità e dai comitati”. Riconosciuto “il clima di sfiducia nella sanità”, l’ex vicepresidente della Giunta regionale ha precisato che “due cose ci devono essere sul territorio: l’emergenza-urgenza e la diagnostica”.

“Il disagio sociale – ha puntualizzato il senatore Mangialavori – c’è in tutta la regione. Noi non siamo qui per fare un inciucio, ma per unire le forze. Il commissariamento non ha portato benefici, ma solo tagli. Purtroppo, va riconosciuto che alla politica calabrese non può essere affidato nulla. i concorsi per i primariati vanno fatti scegliendo il meglio, eliminando dalla testa dei politici i bacini elettorali”. Non è mancata una considerazione prettamente politica: “spiace per l’assenza dei 5 stelle, e nell’altra polemica non ci entro perché è surreale, perché dopo aver fatto delle battaglie dall’opposizione, oggi hanno l’occasione per intervenire. Togliamoci le magliette di appartenenza – è stato l’invito finale – e mettiamoci tutti la stessa maglietta con la scritta ‘Calabria’”.

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