“L’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria è stata commissariata per infiltrazioni mafiose. L’ha fatto il Consiglio dei Ministri nella seduta del 7 marzo 2019. Fa male dirlo, ma è una storia che si ripete: Taurianova e Reggio Calabria nel 1987, ma allora c’erano ancora le Usl; Locri, nel 2006, quattordici giorni dopo l’omicidio Fortugno; 19 marzo 2008 l’Asp di Reggio Calabria; e Vibo Valentia, il 23 dicembre del 2010. Per favore, non giriamo la testa dall’altra parte”.
Ad affermarlo è il deputato Antonio Viscomi, secondo il quale “è inutile, non serve a nulla ed anzi crea danni”. “La cosa che fa più male – sostiene l’esponente del Pd – è che stiamo parlando di sanità, cioè di un servizio che riguarda la vita di ciascuno di noi. Un fiume di denaro che invece di essere utilizzato per erogare servizi di qualità nell’interesse dei cittadini è destinato ad alimentare mafiosi e compari dei mafiosi. Sì, perché senza compari – spiega Viscomi – potrebbero fare ben poco i mafiosi, che infatti usano sempre meno la violenza e sempre più comprano e corrompono i loro compari, siano essi professionisti, burocrati o politici, spesso, troppo spesso, più attenti alla scelta dei primari che ai pazienti. Chi si meraviglia ormai più se la qualità dei servizi sanitari si abbassa in modo costante, se le liste di attesa si allungano, se le analisi si devono pagare, se i reparti si svuotano mentre quelli di emergenza-urgenza scoppiano. Eppure la sanità è veramente il servizio pubblico più importante per ciascuno di noi. Ma proprio per questo ognuno di noi ha la responsabilità di rivendicare i propri diritti di cittadinanza e di rivendicarli in modo attivo, partecipe e attento: là dove il malaffare preferisce disorganizzazione e inefficienza, noi dobbiamo imporre trasparenza totale, procedure chiare, personale formato, valutazione e responsabilità; là dove gli amici preferiscono gli amici e gli amici degli amici noi dobbiamo rivendicare il merito e la competenza comprovata. Non limitiamoci a dire che la mafia e i mafiosi fanno schifo. Proviamo a cambiare lo stato delle cose. Perché il futuro lo costruiamo noi, qui, ora. Possiamo farlo: lo dimostra l’integrazione tra ricerca universitaria e assistenza ospedaliera consacrata in una recente legge regionale. E proveremo ancora a farlo – conclude – costruendo una grande alleanza tra medici e cittadini, a partire dai problemi concreti dei territori. Appuntamento tra un mese, a Pizzo”.