“San Bruno”, scende in campo Piromalli: “Siamo stati privati della nostra dignità, 20 anni fa era l’ospedale del futuro”

“Non posso che essere d’accordo con i punti già ampliamente sviscerati dai colleghi sindaci del territorio, ricordando in primis a me stesso che abbiamo sempre subito, subito il continuo smantellamento del nostro ospedale”.
Il sindaco di Spadola Cosimo Damiano Piromalli fa parte del gruppo di amministratori che protestano contro il decadimento del “San Bruno” e sottolinea che “non era una novità che si sarebbe arrivati ai pensionamenti ma l’Azienda non ne ha voluto che sapere di intervenire in tempo”.


“15-20 anni fa – sostiene il primo cittadino riferendosi al presidio serrese – veniva definito ‘l’ospedale del futuro’, ma nel corso degli anni invece di farlo crescere come reparti, specialistica, personale e ambulanze, si smontava un pezzo alla volta, è sempre stato un continuo precariato al punto che il primo malato è diventato l’ospedale stesso, per alcuni medici è diventato un ospedale di transizione”.
Piromalli si domanda quale sia stato “il programma misterioso” attraverso il quale “i vari atti aziendali non sono mai stati attuati nella loro interezza” e ribadisce che “il territorio delle Serre, come del resto altri territori della Regione che vivono lo stesso disagio, hanno bisogno di risposte immediate perché si parla di salute e di diritto alla salute”. Per questo ritiene che “sia necessaria tra Azienda sanitaria e Conferenza dei sindaci una larga intesa al solo scopo di stilare atti aziendali chiari e utili alla collettività perché solo dialogando, parlando, ci rendiamo conto che alla fine parliamo tutti la stessa lingua”.
C’è anche spazio per l’autocritica e Piromalli afferma che “forse siamo stati tutti un po’ troppo creduloni pensando che le parole si trasformassero in fatti e di questo dobbiamo fare un mea culpa ricordando che i nostri nonni e bisnonni quando dovevano difendere un diritto collettivo, scendevano in piazza con i forconi.
Forse oggi qualche passo è stato fatto dopo l’incontro, e parlo dei posti letto promessi e arrivati e di conseguenza il personale per gestire i nuovi posti, ma è ben poca cosa rispetto a tutto ciò che serve”.
“Una particolare importanza – prosegue – è rivestita dalla posizione delle ambulanze sul territorio che, considerando il territorio e la rete viaria disastrata, devono essere posizionate in punti strategici tali da consentire l’arrivo sul paziente in 15-20 minuti e altrettanti per il trasporto in ospedale ricordando che per un paziente infartuato un minuto può significare la vita o la morte”.
Piromalli mette in conto che “l’Azienda sanitaria darà sicuramente motivazioni tecniche del perché di questo o di quello” ma aggiunge che “a noi non deve interessare, deve interessare invece che vengano date soluzioni immediate a quanto richiesto e mantenuti gli accordi presi”.
Per queste ragioni, il sindaco di Spadola condivide la proposta del sindaco di Brognaturo, che è stata articolata in diversi punti: “il ripristino del reparto di Radiologia; una prima risposta all’emergenza/urgenza tramite una funzione di pronto soccorso fortemente integrata a livello organizzativo sia con l’emergenza territoriale, sia con i medici ospedalieri; una seconda ambulanza situata a Mongiana”. Il tutto per “iniziare a dare riscatto ad un territorio costretto ad elemosinare un diritto”. Infine dà “piena disponibilità al sindaco di Nardodipace Antonio Demasi, al sindaco di Brognaturo Rossana Tassone, al sindaco di Simbario Ovidio Romano e al sindaco di Vallelonga Egidio Servello per rivendicare ad ogni livello i diritti eternamente negati alle nostre popolazioni” affermando che la battaglia sarà condotta “tutti per uno e uno per tutti”.

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