“Da una disamina della documentazione in atti non risulta che la lista ‘Coraggio Sant’Onofrio’ abbia utilizzato il simbolo del partito politico ‘Coraggio Italia’, né risulta che abbia utilizzato il nome del suddetto partito politico”.
Con questa motivazione la Prima Sezione del Tribunale amministrativo regionale per la Calabria (Tar) ha rigettato il ricorso proposto da Onofrio Maragò, ex sindaco di Sant’Onofrio e attualmente sugli scranni dell’opposizione nel consiglio comunale del centro delle Serre Vibonesi.
Disposta anche la condanna di Maragò al pagamento delle spese di lite in favore del Comune di Sant’Onofrio (liquidate in complessivi euro 3.300,00, oltre rimborso forfettario spese legali, Iva e Cpa come per legge). Compensate, invece, le spese con la Prefettura di Vibo Valentia.
Con il ricorso, Magarò aveva chiesto diverse cose. La prima: l’annullamento dell’ammissione alle ultime consultazioni comunali della lista “Coraggio Sant’Onofrio”.
La seconda: per invalidità derivata, anche l’annullamento della proclamazione a sindaco del candidato Antonino Pezzo, capolista di “’Coraggio Sant’Onofrio’ e attuale primo cittadino Antonino Pezzo, oltre che dei consiglieri comunali facenti parte della sua compagine.
Per il Tar della Calabria, inoltre, le “denominazioni dei due simboli ‘Coraggio Italia’ e ‘Coraggio Sant’Onofrio’ non coincidono, né coincidono le relative dimensione tipografiche”.
Per quanto concerne poi la struttura del simbolo, mentre il cerchio esterno del simbolo “Coraggio Sant’Onofrio” presenta un unico colore blu, il cerchio esterno del simbolo “Coraggio Italia” reca per l’intera metà superiore il tricolore italiano, ragion per cui esso risulta, all’evidenza, ben più elaborato e composto di quattro colori nettamente distinti tra loro e ben distinguibili”.
Una decisione in netto contrasto con le richieste di Maragò che contestava la legittimità dell’ammissione della lista “Coraggio Sant’Onofrio” e secondo il quale “sebbene tale lista sia stata presentata in nome e per conto del partito politico ‘Coraggio Italia’ – che ha una rappresentanza parlamentare di 24 deputati e di 7 senatori – la sua presentazione non è stata accompagnata dalla dichiarazione sottoscritta e autenticata dal presidente o dal segretario del partito o del gruppo politico o dai presidenti o segretari provinciali di essi attestante che la predetta lista o le candidature venivano presentate in nome e per conto del partito o gruppo politico stesso”.
Sull’eventuale esclusione del candidato Pileci, infine, i giudici amministrativi hanno stabilito che non comporterebbe la presenza, nella lista “Coraggio Sant’Onofrio”, di un numero di candidati inferiore al numero minimo stabilito dalla legge, ragion per cui il suo accoglimento non inficerebbe l’inammissibilità della stessa (né, il numero di preferenze da questi riportato, pari a 37, sarebbe idoneo a colmare il divario di 118 preferenze esistente fra le due liste in competizione).
Erano state 920 le preferenze con cui Antonino Pezzo aveva battuto Onofrio Magarò che, invece, di consensi ne aveva ottenuti 802.