Reggio sprofonda nel degrado: venditori abusivi “di guardia” al tapis roulant

Alla macchina dell’involuzione di Reggio Calabria sono stati sottratti anche i freni capaci di arrestarne la corsa verso il precipizio della nullità infernale. La cartolina offerta ai residenti è bene che rimanga chiusa nel cassetto dentro cui nascondere ciò di cui ci si vergogna. Mostrarla all’esterno produrrebbe, infatti, un effetto boomerang impossibile da gestire anche per i più abili maghi della propaganda, figurarsi per i malmessi “consiglieri del Principe”. Uno degli innumerevoli esempi dello stato comatoso in cui è piombata la città è dato dallo stop forzato al quale è costretto il tapis roulant. Inerpicata nel cuore di quello che un tempo era il salotto buono, si tratta di un’opera che, nel suo potente simbolismo, restituisce l’immagine dell’irresponsabile immobilismo pervicacemente perseguito dall’Amministrazione Falcomatà. Cancelli sbarrati, struttura inutilizzata in dispregio delle ingenti risorse pubbliche che sono state spese per la sua realizzazione. Nelle ultime settimane, a rendere ulteriormente degradante un quadro che nemmeno le mani più inabili avrebbe potuto dipingere, si sono materializzati i venditori abusivi di cianfrusaglie. Anch’essi, a loro modo, personificano una calzante metafora della trasandatezza, morale e culturale, che calpesta i pavimenti dei corridoi di Palazzo San Giorgio. Un’imperdonabile negligenza che qualifica una sbrindellata banda di arruffoni non adatti a fornire alla cittadinanza nemmeno i servizi minimi. Nel caso specifico, peraltro, risulta arduo puntare il dito contro l’inesperienza, macchia nera talmente scura da rendere opaca ogni mossa del Primo Cittadino e della sua Giunta: assessore alla Polizia Municipale, infatti, è il 67enne Nino Zimbalatti che, schiacciato dalla pesante responsabilità di pubblicare su Facebook post sulla sua adorata Juventus, dimentica di spedire una pattuglia di Vigili Urbani a tutela del decoro di una città sventrata nell’anima dai suoi stessi rappresentanti.

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