Reati tributari e fallimentari: sequestrati beni per un milione di euro ad una società ed ai suoi amministratori

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione – nella mattinata odierna – ad un
provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, che ha disposto l’applicazione della misura cautelare reale del sequestro di beni mobili ed immobili, per un importo complessivo di circa 1.000.000 euro, nei confronti di una società con sede a Campo Calabro e dei suoi soci/amministratori.

In particolare, con il provvedimento, l’Autorità Giudiziaria ha disposto – fatte salve le successive
valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento delle responsabilità nelle ulteriori fasi del giudizio – il sequestro preventivo della società, nonché delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili ed immobili riconducibili alla stessa ed ai suoi soci/amministratori, per un valore complessivo pari a 999.686 euro, relativi a condotte delittuose afferenti reati tributari, fallimentari e di autoriciclaggio.
Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Villa San Giovanni, hanno avuto ad oggetto il
fallimento di una società, attiva nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi, dichiarato con sentenza dal Tribunale reggino nell’anno 2019.
I controlli eseguiti hanno consentito di rilevare una serie di anomalie poste in essere dai soci/amministratori della stessa (odierni indagati) anteriormente alla dichiarazione di fallimento, nello specifico:
l’assenza di scritture contabili della fallita a far data dal 2010, tale da non consentire la ricostruzione della
situazione economico finanziaria della stessa, atteso che l’ultimo Bilancio presentato era riferito all’anno di imposta 2010;
la costituzione di una seconda società in continuità aziendale con la fallita, attesi medesima compagine
sociale ed organo ammnistrativo, sede legale ed operativa nello stesso luogo, identico settore operativo e
medesimi fornitori, il tutto in concomitanza con la conclusione di una verifica fiscale avviata dalla Guardia
di Finanza nei confronti della fallita, che aveva accertato in capo a quest’ultima l’omesso versamento delle
imposte sui redditi, dell’IVA e dell’IRAP;
l’esistenza di plurimi bonifici eseguiti dalla fallita in favore della società neo costituita, per il pagamento di
forniture di merce risultate mai effettuate.

Al termine delle investigazioni svolte è emerso come l’operazione di costituzione della nuova società sia stata posta in essere con l’esclusivo intento di permettere alla stessa di incamerare il patrimonio attivo della società in decozione, attraverso operazioni di fornitura di merci esclusivamente fittizie e cartolari, al fine di sottrarlo a eventuali azioni esecutive da parte dell’Erario (atteso i rilevanti debiti tributari gravanti sulla fallita) e degli ulteriori creditori, condotta – quest’ultima – idonea a integrare il reato di bancarotta fraudolenta.
Tali operazioni hanno permesso, inoltre, alla società neo costituita di reimpiegare i capitali sottratti alle pretese dei creditori nell’attività svolta nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli

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