Rancore e presunzione: il PD sprofonda nell’Assemblea di Serra sulla Sanità

Doveva essere l’occasione per parlare della Sanità in un angolo di mondo che, fra mille stenti, cerca di farsi forza ed alzare la testa. Ma l’Assemblea cittadina promossa dal movimento civico “Liberamente” rischia di prendere le sembianze di un dibattito sul senso di partiti che tutto sembrano tranne che luoghi in cui si parla. L’autentica guerra manifestatasi attraverso le note degli esponenti del Pd Michele Mirabello ed Antonio Viscomi svela semplicemente quello che già c’era ma non veniva esposto pubblicamente.
Da un lato non si può non notare un rigurgito di personalismo, dall’altro emerge il mancato rispetto di una prassi, quella relativa al galateo politico. La polemica supera l’argomento concreto: è un po’ la dimostrazione di quello che è diventata la politica oggi, con un contorno di strumentalizzazioni ed inseguimenti dei modi della “democrazia immediata”.
Posto che probabilmente più che a Mirabello l’arrivo di Viscomi a Serra abbia fatto storcere il naso ai censoriani e

posto che anche in Forza Italia e Fratelli d’Italia non si sta certo brindando, va rilevato che la sfida su una iniziativa concernente l’ospedale “San Bruno” è tra il presidente della Commissione regionale Sanità e l’ex vicepresidente della Giunta regionale (oggi deputato). Dunque, fra due soggetti politici ed istituzionali che – tenuto conto che il Piano di rientro è stato sottoscritto nel dicembre 2009 – estranei alla questione non dovrebbero esserlo. E’ disarmante che la violenza verbale da un lato, quello occupato dal consigliere regionale, e la supponenza aristocratica dall’altro, presidiato dal neo parlamentare, si siano manifestate sulla pelle, è il caso di dirlo, dei cittadini dell’entroterra vibonese, che bramano solo il riconoscimento di un diritto alla salute negato nei fatti, seppellito dalle parole. L’iniziativa promossa da “Liberamente”, con il passare delle ore, si è così trasformata in un regolamento di conti interno ad un partito, il Pd, che fatica ormai a riconoscere la sua stessa ragione sociale. Un caos disorganizzato che, prima del 4 marzo, era invisibile solo agli stolti, ma che il risultato disarmante delle urne ha fatto esplodere in tutta la sua virulenza. Ras locali incapaci di coltivare anche il proprio orticello, talmente deboli da non riuscire a difendere nemmeno i propri rispettivi recinti. Una guerra per bande da cui lo stesso Viscomi, che pure ha un cursus honorum più universitario che politico non può sottrarsi, se non altro perché per quasi tre anni, un periodo sufficientemente lungo per condividere oneri ed onori, è stato autorevole ed influente membro di una Giunta regionale che i calabresi ricorderanno solo per immobilismo e sciatteria. Dall’altra parte, è di tutta evidenza che la partecipazione del deputato all’Assemblea organizzata dal movimento civico serrese e dedicata alla Sanità si è rivelata la classica miccia che ha prodotto lo scoppio di rancori, personali prima ancora che politici, malamente tenuti sotto traccia fino alla serata di mercoledì. L’augurio è che tutti i protagonisti, compresi quelli fintamente defilati e nascosti nell’ombra, si ricompongano ed osservino, nel comportamento e nell’agire concreto, un rispetto sacro per le legittime aspirazioni della comunità.

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