
“Oltre a dover sopportare i disservizi legati alla carenza di medici dell’ospedale San Bruno, i cittadini del comprensorio delle Serre devo fare i conti con le proposte scellerate dei medici che, anziché limitarsi a fare il proprio lavoro, si ergono a profeti, capaci di risolvere i problemi della sanità”.
Commento tranchant quello del consigliere comunale Vito Regio rispetto alle affermazioni della dottoressa Marianna Rodolico che ha proposto la riduzione del Pronto soccorso serrese da h24 a h12.
“È vero – premette l’esponente di minoranza – che in democrazia, tutti hanno diritto di esternare la propria opinione, ma quando si ricoprono ruoli di una certa importanza, che assolvono anche una funzione sociale, bisognerebbe stare molto attenti a ciò che si dice”. In tal senso, l’idea della dottoressa Rodolico “è a dir poco offensiva e oltraggiosa per la comunità del comprensorio delle Serre”.
“Forse – sostiene Regio – la dottoressa, competente nella sua professione, dimostra di non essere aggiornata sulla normativa che regola gli ospedali di montagna, così come dimostra, con la proposta avanzata, di non conoscere il territorio dei 19 comuni che fanno riferimento all’ospedale di Serra San Bruno”.
Alla proponente della modifica viene chiesto di “spiegare come può un paziente del comune di Nardodipace sperare di sopravvivere se per essere raggiunto dell’ambulanza e per raggiungere il Pronto soccorso di Vibo ci vogliono oltre 3 ore”.
Sulla questione degli accessi al Pronto Soccorso, Regio dice di voler “informare il dirigente medico che l’utente molto spesso non si reca al Pronto soccorso di Serra o di Vibo perché preferisce recarsi a quello di Soverato. Questo è il dato su cui ragionare e proporre un piano di riordino del sistema sanitario”.
“Se tutti hanno diritto di esprimere la propria opinione – è la riflessione finale – tutti hanno diritto ad avere garantita la salute, cosa che attualmente il sistema sanitario regionale fa con difficoltà.
Troppi sono i servizi scippati a Serra San Bruno in favore del capoluogo di Provincia, è arrivata l’ora di dire basta”.