
“Interveniamo nuovamente perché non c’è tempo da perdere. Come già abbiamo avuto modo di dire, è l’ennesimo tentativo di portare i servizi sanitari nell’entroterra al lumicino per trovare poi la giustificazione per sopprimere definitivamente l’unico baluardo della sanità pubblica nella zona delle Serre”.
Il laboratorio politico “Serra al Centro” torna a manifestare preoccupazione per il futuro del “San Bruno” e sottolinea che “è significativo come questa decisione vada in controtendenza rispetto alla politica sanitaria degli ultimi tempi che ha visto tornare alla luce ospedali che erano caduti sotto la scure del piano di rientro”. Il movimento ricorda che “quattro gli ospedali di montagna erano sopravvissuti alla soppressione, oggi due di essi (Acri e san Giovanni in Fiore) hanno avuto un nuovo ruolo con la restituzione di importanti servizi quali la chirurgia, mentre per quello di Serra San Bruno è previsto un ulteriore ridimensionamento che ha il sapore della chiusura”.
Questo scenario suscita un certo allarme ed il gruppo rileva che “è necessario, pertanto, scendere in campo per difendere il diritto alla salute, un diritto costituzionalmente garantito, appartenente a tutti i cittadini e per il quale vige il dovere dell’impegno massimo e disinteressato”. Per questo “Serra al Centro” chiede al sindaco Alfredo Barillari, “in qualità di primo cittadino ma anche massima autorità sanitaria del territorio, di convocare tempestivamente un Consiglio comunale aperto al quale invitare i rappresentanti i vertici della sanità regionale e provinciale, politici, comitati, associazioni e naturalmente la cittadinanza, minacciata dal depotenziamento della struttura sanitaria, per chiedere a gran voce di fermare l’ennesimo tentativo di smantellamento che questa volta arriva in maniera più subdola delle volte passate”. Ad avviso del neonato gruppo politico, “il sindaco deve comunicare alla cittadinanza quali sono le sue intenzioni e mettersi alla testa di una protesta chiara e forte, che sappia portare su tavoli istituzionali e non, quelle che sono le istanze di una comunità troppe volte messa da parte”. “È necessario – aggiunge il laboratorio politico – chiedere un cambio di rotta alla politica regionale e alla gestione dell’Asp vibonese che porti non soltanto alla revisione delle decisioni assunte ma ad un potenziamento del nosocomio serrese che possiede una valenza strategica nella sanità calabrese. Nel caso in cui dovessimo riscontrare l’immobilismo di primo cittadino ed Amministrazione comunale – conclude – sarà nostro compito promuovere tutte le iniziative idonee per impedire questo stato di cose che si palesa chiaramente come l’ennesimo scippo ai danni di una popolazione montana i cui servizi si stanno sempre più affievolendo”.