Ospedale “San Bruno”, l’allerta di “Serra al Centro”: “Si sta trasformando nella tela di Penelope, non c’è nessun rafforzamento”

L'ospedale di Serra San Bruno

“Continua a rimanere depotenziato l’ospedale di Serra San Bruno, oggetto secondo l’Asp di Vibo Valentia di una riorganizzazione di servizi che però, a dispetto di quanto sostenuto, nulla a che spartire con l’assetto ospedaliero previsto dagli atti aziendali precedenti”. 

I componenti del gruppo “Serra al Centro” Cosimina Pisani, Nensy Rachiele, Assunta Bevilacqua, Bettina Rachiele, Elena Pisani e Maria Rosaria Franzè rilevano che “ci si muove a passo di gambero, con i tavoli di discussione in cui si va avanti ma nella realtà si torna indietro” e portano come esempio “la trovata della lungodegenza Week Surgery in luogo di un vero e proprio reparto di Lungodegenza previsto da piani sanitari e atti aziendali e mai messo in campo dal management dell’Azienda sanitaria vibonese”. A loro avviso, si tratta di “un surrogato che non è certo un atto che segna una inversione di rotta ma conferma come nei piani alti di Via Dante, a Vibo Valentia, non ci sia la reale volontà di potenziare il nosocomio ‘San Bruno’ il cui rafforzamento strategico, come la tela di Penelope, viene fatto e disfatto alla bisogna”. 

Un altro nodo, secondo i rappresentanti del movimento, è rappresentato dalla riabilitazione “rimasta sulla carta e mai realizzata, mentre in altre aree del Paese le strutture sanitarie di montagna sono considerate (perché volute) centri di eccellenza nel recupero riabilitativo”. “La turnazione degli specialisti sul territorio provinciale così da garantire i servizi essenziali – sostengono ancora – non è stata mai presa in considerazione. La realizzazione di queste cose farebbe la differenza e i cittadini di questo comprensorio la percepirebbero come un’attenzione reale di mantenere i servizi minimi previsti in ambito nazionale dai a Livelli Essenziali di Assistenza”. Per quanto concerne la Casa di comunità, “Serra al Centro” sostiene che “le decisioni non sono cambiate e si continua a volerla inserire all’interno del presidio senza che venga prospettata una soluzione alternativa e strategica da chi ha il dovere istituzionale di trovarla. Continueremo a vigilare – è la conclusione – così come abbiamo sempre fatto affinché i diritti dei cittadini montani del territorio delle Serre non vengano calpestati ma resi effettivi e rispettati così come previsto dalla Carta costituzionale”.

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