Ragionare sulle necessità della comunità e sull’esigenza di “difendere il diritto alla salute” mettendo da parte le differenze politiche, coinvolgendo cittadini e associazioni e facendo sentire forte la voce che si leva da un territorio che non può sopportare altre privazioni di servizi. Partendo da questo obiettivo si è svolta l’iniziativa “Le ragioni di una battaglia di civiltà”, promossa dai movimenti politici “Serra al Centro” e “Per Serra Insieme”, con la quale è stato avviato un cammino di “informazione” e “mobilitazione” della popolazione.
L’ex presidente del Consiglio comunale Maria Rosaria Franzè ha aperto i lavori puntualizzando che la manifestazione “è sentita e non strumentale” e sottolineando il bisogno di “avere più medici e personale sanitario”. “Il commissariamento della sanità – ha affermato – è stato un errore ed ha causato il blocco delle assunzioni e chiusure ‘nascoste’ da denunciare. Noi non chiediamo un ospedale generale, ma l’ospedale di montagna lo pretendiamo perché il diritto alla salute va garantito e non può essere accettato che il radiologo sia presente per un solo giorno a settimana”.
Franzè ha definito la “Casa della Comunità” come una “presa in giro” aggiungendo che essa “non può convivere con l’ospedale nello stesso stabile” e che dovrà essere chiesto al presidente e commissario della sanità Roberto Occhiuto di “inserire l’ospedale di Serra nel riordino della rete ospedaliera”.
Di rilievo politico è stato l’intervento del consigliere di minoranza Vito Regio che, dopo le perplessità sorte nei giorni scorsi, ha chiarito che “non ci sono né accordi né accorduni tra ‘Per Serra Insieme’ e “Serra al Centro’” e che “siamo qui solo per dire che l’ospedale è un bene comune che va salvaguardato”. “Le rassicurazioni del commissario dell’Asp – ha proseguito, integrando e correggendo in parte la linea rispetto alla nota stampa diffusa precedentemente – sono verbali, noi aspettiamo fatti concreti. La Casa della Comunità nell’ospedale è un problema creato dall’Amministrazione comunale, poiché i locali del Distretto potevano essere concessi a prezzi inferiori”.
Sulla “battaglia d’interesse comune e non di colore politico” sono tornati Elena Pisani e Giuseppe Zangari, mentre il vicesindaco di Simbario Gennaro Crispo ha evidenziato che “la priorità è potenziare il Pronto soccorso” e che “il problema dell’ospedale di Serra è un problema dell’intero comprensorio”.
D’assalto le considerazioni dell’ex sindaco Bruno Rosi che, dopo aver ribadito che “non c’è nessun accordo politico con ‘Serra al Centro’, ma un’azione che va in favore della comunità”, è passato ad un martellante ed a tratti colorito attacco nei confronti del sindaco Alfredo Barillari.
“Stanno facendo passare – ha sostenuto – la Medicina territoriale come ampliamento dei servizi dell’ospedale. Il sindaco dovrebbe essere il primo a preoccuparsi e, invece, Barillari è il primo sindaco ad essere d’accordo con il commissario dell’Asp. A dicembre diceva che la Casa della Comunità veniva allocata nel Distretto, mentre oggi dichiara che deve essere allocata nei locali di proprietà dell’Asp. Questo è falso perché, ad esempio, a Soverato la Casa della Comunità è stata allocata in un edificio di proprietà comunale. Il sindaco deve scendere dal piedistallo e ricordarsi che il diritto alla salute non può essere scambiato con 60.000 euro di canoni di fitto”. Rosi ha inoltre chiesto un Consiglio comunale aperto con i consiglieri di tutti i centri interessati.
Il già vicesindaco Walter Lagrotteria ha insistito sul fatto che “il sindaco non ha difeso il territorio, non si sa se per scelta o per volontà” ripetendo che “le affermazioni del commissario dell’Asp vanno in una direzione, ma i fatti in quella opposta”. Infine ha rimarcato che ”il sindaco ha convocato il Consiglio comunale aperto solo dopo le nostre sollecitazioni e la pubblicizzazione della nostra iniziativa” e ha annunciato il prossimo passo: “Avvieremo una raccolta firme per invitare Occhiuto a modificare il decreto concernente la rete ospedaliera riconoscendo l’ospedale di Serra San Bruno come presidio di montagna”.