Operazione “Swipe”, timbravano e si assentavano: la pesante accusa per 15 dipendenti dell’Arsac

All’esito di indagini condotte dalla Sezione Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi (diretta dal procuratore della Repubblica Ottavio Sferlazza) – personale della Polizia di Stato, con il supporto di colleghi della Squadra Mobile di Reggio Calabria, dei Commissariati di Pubblica Sicurezza di Siderno e Palmi e del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno, ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Palmi, dottor Carlo Alberto Indellicati, a carico di 15 persone di seguito indicate, tutti residenti nella provincia di Reggio Calabria.

Ai 15 indagati, tutti dipendenti dell’Arsac (Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese – Area 6, Sezione di Gioia Tauro) è stato contestato di essersi assentati dal servizio, o di non essersi proprio presentati in servizio, attestando falsamente la loro presenza sul posto di lavoro attraverso la “strisciata”  (in inglese, “to swipe” che ha ispirato la denominazione dell’odierna operazione di P.G.) di badge da parte di altri colleghi sul lettore dell’apposita macchina obliteratrice, inducendo così il predetto Ente in errore circa l’effettività della presenza in servizio degli indagati.

A tutti sono stati contestati i reati di cui agli artt. 110, 81 cpv., cod. pen., 55-quinquies D. L.vo 165/01, 640, c. I-II n. 1, cod. pen. .

Le attività di indagine degli Agenti del Commissariato di Gioia Tauro sono state coordinate dal sostituto procuratore Rocco Cosentino sotto la diretta supervizione del procuratore Sferlazza e si sono avvalse di attività tecniche di intercettazione e video-ripresa a carico dei dipendenti degli Uffici regionali dell’Arsac, i cui locali sono allocati a Gioia Tauro, in contrada Bettina, a pochi passi dal Commissariato di Pubblica Sicurezza, abbinate all’effettuazione di accurati servizi di osservazione e pedinamento effettuati nei confronti dei dipendenti che, in orario di ufficio, si sarebbero allontanati dal posto di lavoro per compiere le più disparate attività personali: dalla spesa nei supermercati a lunghe passeggiate e soste in locali pubblici, alle pratiche sportive.

L’Arsac è una struttura della Regione Calabria che si occupa dello “sviluppo dell’agricoltura regionale mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo, agro-alimentare ed agroindustriale”. 

Il sistema utilizzato dagli odierni destinatari delle misure cautelari sarebbe stato semplice e collaudato: incaricare, a turno, uno o più dipendenti affinchè “strisciassero” (“swipe”) anche il badge degli altri sodali-colleghi sul lettore digitale collocato all’ingresso degli uffici, in ciò attestandone falsamente la presenza sul luogo di lavoro, e con ciò realizzando i reati contestati ed, in uno, percependo indebitamente e fraudolentemente le corrisponenti somme di danaro.

Per 5 indagati è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.

A carico degli altri 10 indagati è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

È stato, inoltre, disposto dal Gip il sequestro preventivo per equivalente delle somme indebitamente percepite (12.000 euro circa, complessivamente) – quali giornate di lavoro risultanti, ma, di fatto, non effettuate per l’adozione dell’accertato sistema fraudolento di impiego dei badge individuali – a carico dei 15 destinatari delle misure cautelari personali, nonchè a carico di ulteriori 3 indagati.

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