
Alle prime ore del giorno, i finanzieri del Gruppo di Catanzaro hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Giovanna Gioia, su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, diretta dal Nicola Gratteri, articolata sulla base di una complessa indagine condotta dallo stesso Gruppo di Catanzaro e coordinata dal sostituto procuratore Debora Rizza, nei confronti di 10 soggetti (7 in carcere e 3 ai domiciliari) tutti appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita al contrabbando di oli minerali commercializzati in evasione d’imposta radicata nella provincia di Catanzaro e operante sull’intero territorio nazionale. L’operazione di servizio, denominata “Oro nero”, trae origine da un’attività investigativa avviata d’iniziativa dai finanzieri del Gruppo di Catanzaro della Guardia di Finanza, nel settembre 2015, nel settore del contrabbando degli oli minerali e dell’evasione d’imposta, dalla quale è poi scaturita una approfondita indagine della Procura della Repubblica. L’attività d’indagine ha consentito di disvelare, seondo gli inquirenti, un’organizzazione a delinquere, operante in diverse province del territorio nazionale (Catanzaro, Cosenza, Foggia, Taranto, Reggio Emilia e Parma) composta da 13 soggetti, sospettata di essere dedita al contrabbando di oli minerali e all’evasione di accisa. Le investigazioni hanno consentito di sequestrare 5 autocisterne e complessivi litri 141.682 di prodotti petroliferi (prevalentemente gasolio agricolo). L’analisi della documentazione fiscale acquisita presso le società fornitrici dei prodotti petroliferi della presunta consorteria criminale ha consentito di ricostruire, per il periodo 2015 – 2016, un’accisa evasa per 1.893.451,62 euro sul prodotto petrolifero commercializzato dal sospetto sodalizio criminale. I positivi riscontri conseguiti sul territorio, puntualmente corroborate,a parere degli investigatori, dalle risultanze emerse nel corso delle indagini tecniche eseguite dai Finanzieri del Gruppo di Catanzaro, hanno permesso di accertare che l’organizzazione criminale investigata avrebbe sottratto gasolio agricolo all’accertamento e al pagamento dell’accisa, destinandolo a usi soggetti a maggiore imposta, avvalendosi per tale scopo di fatture per operazioni inesistenti e falsi documenti di accompagnamento semplificati (das), indicando sugli stessi documenti luoghi di destinazione e itinerari fittizi, nonché gli estremi di società operanti nel settore della vendita di prodotti petroliferi risultate ignare delle documentate transazioni commerciali. In virtù di quanto emerso nel corso delle indagini e su richiesta della Procura della Repubblica, firmata dal sostitito procuratore rizza, il Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro ha disposto l’applicazione della misura cautelare personale nei confronti di 10 indagati (7 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), emettendo, altresì, un decreto di sequestro preventivo ai fini della confisca per equivalente sino alla concorrenza dell’importo di 1.893.451,62 euro (accisa evasa), da eseguirsi nei confronti dei sodali nei cui confronti sono state emesse le misure cautelari. Il sostituto procuratore, oltre alle ordinanze di custodia cautelare, ha ritenuto opportuno emettere anche un decreto di perquisizione locale e personale e sequestro nei confronti dei 13 indagati da eseguirsi contestualmente all’attività disposta dal gip, finalizzato al rinvenimento di ulteriori elementi probatori. L’operazione odierna rientra in un più vasto dispositivo di contrasto alle frodi nel settore economico-finanziario e a tutela della libera concorrenza tra le imprese, predisposto dal Procuratore della Repubblica della Direzione distrettuale antimafia Nicola Gratteri e dal Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, coordinatore del settore reati economici della stessa Procura, e conferito al Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro.
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