Operazione “Metauros”: le mani della ‘ndrangheta sul ciclo dei rifiuti

È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di un fermo di indiziato di delitto a carico di 7 soggetti, ritenuti responsabili di associazione mafiosa (cosca Piromalli), concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di cui all’art. 7 della Legge n..203 del 1991, nonché di un decreto di sequestro preventivo d’urgenza relativo alle quote azionarie di società operanti nel settore della depurazione e trattamento delle acque, trasporto e compostaggio dei rifiuti speciali non pericolosi.
L’inchiesta “Metauros” svela, per la prima volta, il condizionamento della cosca Piromalli nella costruzione e gestione dell’unico termovalorizzatore presente in Calabria, ubicato a Gioia Tauro, in area prospiciente al porto, attraverso un consolidato sistema di sottoposizione ad attività estorsive delle società che nel tempo hanno gestito la struttura di trasformazione dei rifiuti. Ad analoga attività estorsiva era sottoposta la “I.A.M.” (Iniziative Ambientali Meridionali SPA) con sede a Gioia Tauro, operante nel settore della depurazione delle acque.

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