
“Ciccio Pakistan”, al secolo Francesco Pelle, è uccel di bosco.
Del boss della ‘ndrangheta si sono perse le tracce almeno un paio di settimane fa. Sul suo capo pende una sentenza passata in giudicato dopo il verdetto emesso dalla Corte di Cassazione che lo ha indicato quale soggetto che ordinò la strage di Natale, risalente al 24 dicembre del 2006. Nell’occasione perse la vita Maria Strangio, consorte di Gianluca Nirta, al vertice della cosca nemica di San Luca e bersaglio dell’agguato in cui rimasero coinvolti altri tre adulti ed un bimbo. Il sanguinoso episodio provocò una ulteriore deriva della guerra di ‘ndrangheta che ha visto contrapposti i Pelle-Vottari da una parte ed i Nirta-Strangio dall’altra. Il cugino della vittima, Giovanni Strangio decise di vendicarne la morte ed, infatti, fu successivamente riconosciuto responsabile dell’eccidio di Ferragosto nell’anno successivo. Una carneficina che gli è costata la pena del carcere a vita: la strage di Duisburg, compiuta il 15 agosto del 2007 nella cittadina tedesca ed in cui 6 corpi rimasero a terra esanimi. Sottoposto all’obbligo di dimora nel territorio comunale di Milano, si è dileguato prima che fosse rinchiuso dietro le sbarre in seguito al respingimento dell’istanza avanzata alla Suprema Corte. Pelle riportò gravi ferite in un tentato omicidio di cui fu vittima il 31 luglio 2006 e che lo costringono, da allora, su una sedia a rotelle. I Carabinieri lo catturarono nel settembre di undici anni fa scovandolo all’interno di una clinica pavese: nella circostanza il boss era irreperibile da un anno.