‘Ndrangheta, sequestrati beni per 200.000 euro ad un presunto esponente della cosca “Farao – Marincola”

I Finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione al provvedimento emesso dal Tribunale di Catanzaro che dispone, ai sensi dell’art. 20 del D. Lgs n. 159/2011, il sequestro, finalizzato alla misura di prevenzione patrimoniale della confisca, di beni immobili e rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in circa 200.000 euro, nei confronti di Vincenzo Santoro, soggetto indiziato di partecipazione alla cosca di ‘ndrangheta “Farao – Marincola”, operante nel territorio di Cirò Marina. Il provvedimento – richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con il sostituto procuratore, Alessandro Riello, e il coordinamento del procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla, e del procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri – trova il presupposto, nella pericolosità sociale dell’uomo, coinvolto nel procedimento penale N. 3382/2015 R.G. N.R. DDA di Catanzaro (convenzionalmente denominata “Stige”), in relazione al quale, il 25 settembre 2019, il Gup del Tribunale di Catanzaro, all’esito del giudizio abbreviato per numerosi imputati, ha pronunciato a carico di Santoro la sentenza, di primo grado, di condanna alla pena di 17 anni e 8 mesi di reclusione per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa, procurata inosservanza di pena, favoreggiamento personale, turbata libertà degli incanti, tentata estorsione), tutti aggravati ai sensi dell’articolo 416bis1 c.p.

Rispetto alla sua partecipazione alla cosca di ‘ndrangheta “Farao – Marincola”, Santoro è indicato dagli inquirenti come il controllore di tutto l’altopiano silano, occupandosi anche del sostegno ai latitanti, con compiti di controllo e coordinamento di coloro che gestiscono gli appalti boschivi pubblici e privati, tenendo i rapporti con le diverse organizzazioni criminali del territorio. Gli accertamenti svolti dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano nei confronti del proposto e del suo nucleo familiare – tutti residenti nel comune di Mandatoriccio – hanno permesso di ricondurre a Santoro i beni immobili di cui si chiede la confisca, sebbene intestati alla figlia in conseguenza di un atto di compravendita, stipulato, nel dicembre 2017, come mero espediente utilizzato dal padre al fine di attribuire fittiziamente i beni alla figlia. Si tratta di immobili di proprietà del proposto e della di lui consorte già dall’anno 2000, mentre dal contratto di compravendita, stipulato nell’anno 2017, emerge che la provvista finanziaria necessaria per l’acquisto degli stessi da parte della figlia di Santoro, fosse frutto di una donazione ricevuta dai genitori e che, tuttavia, non risulta di fatto avvenuta, come può desumersi dalla documentazione bancaria acquisita. Le indagini patrimoniali svolte dalla Guardia di Finanza hanno evidenziato che, nel periodo interessato, Santoro e i componenti il suo nucleo familiare non hanno prodotto redditi e adeguate risorse economiche, di provenienza lecita, evidenziando la sperequazione tra capacità reddituale e il valore dei beni acquisiti, consistenti in particolare in 3 immobili, siti nel citato Comune di Mandatoriccio, oltre che nelle eventuali risorse finanziarie nella disponibilità diretta del proposto ovvero dei componenti del suo nucleo familiare. All’esito di tale accertamento della Guardia di Finanza, la Dda di Catanzaro ha inoltrato la proposta di misura di prevenzione e, quindi, di sequestro dei beni sopra indicati, che ha trovato accoglimento nel provvedimento del Tribunale di Catanzaro, con il quale, decretato il sequestro dei beni e dei rapporti finanziari, è stata fissata la data dell’udienza per il prosieguo ai fini della confisca.

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