‘Ndrangheta, processo troppo lungo: lo Stato risarcirà Luigi Mancuso

A deciderlo sono stati i magistrati della Sezione Civile della Corte d'Appello di Salerno

Il processo è durato talmente tanto che lo Stato è stato obbligato al risarcimento ed il beneficiario non è un imputato qualsiasi, ma Luigi Mancuso, 65 anni, considerato il capo dell’omonima cosca di Limbadi.

A deciderlo sono stati i magistrati della Sezione Civile della Corte d’Appello di Salerno che ha costretto il Ministero della Giustizia a versare 5.500 euro sulla scorta di quanto disposto da una legge dello Stato italiano, la Legge Pinto che all’epoca fu approvata per mettere un argine alla stucchevole lunghezza dell’iter giudiziario. In questo caso, ad essere finito sotto osservazione è stato il maxiprocesso “Genesi”, celebrato a Vibo Valentia e conclusosi tredici anni dopo gli arresti eseguiti nell’estate del 2000. Scontati 19 anni di reclusione per i reati di associazione mafiosa ed associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, Luigi Mancuso era tornato in libertà nel 2012. Sebbene i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro avessero richiesto una pena pari a 27 anni di carcere, non fu riconosciuto colpevole e per questo il Collegio Giudicante lo assolse. Un verdetto avverso il quale la Procura non ricorse in sede d’Appello trasformando, pertanto, il verdetto in definitivo. Analoga decisione fu presa nei confronti di altri trenta soggetti sotto processo ed anch’essi assolti.

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