‘Ndrangheta, operazione “Kossa”: duro colpo inferto alla cosca Forastefano

Nelle prime ore della mattinata odierna, il Servizio Centrale Operativo e le Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, supportati da pattuglie di diversi Reparti Prevenzione Crimine, nonché dalle Squadre Mobili delle Questure di Salerno e Forlì-Cesena, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, il Procuratore Aggiunto Vincenzo Capomolla e il Sostituto Procuratore Alessandro Riello, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari distrettuale nei confronti di 17 soggetti che sarebbero appartenenti o comunque vicini al clan di ‘ndrangheta Forastefano di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, violenza privata, trasferimento fraudolento di valori, e truffa, ipotesi di reato, delitti anche aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.

L’indagine (cosiddetta “Kossa”, dalla antica denominazione di Cassano) dell’operazione condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha ricostruito l’attuale operatività della cosca dei “Forastefano”, rigeneratasi dopo gli interventi giudiziari intervenuti nel 2008, attraverso il consolidamento del proprio programma di penetrazione nel tessuto economico della Sibaritide, in particolare nel settore agroalimentare e in quello dei trasporti avvalendosi della “forza dell’intimidazione tipica dell’associazione mafiosa”. L’azione del sodalizio si sarebbe concretizzata a danno degli altri imprenditori che operano nel settore agroalimentare nell’area della Sibaritide tra le quali anche un’azienda, con sede nella provincia di Ferrara, di livello europeo nel campo della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, il cui rappresentante legale, con riferimento alle attività imprenditoriali avviate dall’azienda ferrarese nella Sibaritide, è risultato vittima di una lunga serie di vessazioni consistite in ripetute richieste in denaro per servizi di guardiania e arbitrarie maggiorazioni di corrispettivi contrattuali ottenute anche mediante minacce esplicite di ritorsioni. L’operatività della consorteria criminale si sarebbe espressa anche subentrando direttamente nella gestione delle aziende tramite le imprese di riferimento e riconducibili agli esponenti del sodalizio, che, all’occorrenza avrebbero risolto le trattative sindacali con intimidazioni finalizzate a silenziare i sindacalisti che osavano sollevare obiezioni negli interessi dei lavoratori. La forza di intimidazione del sodalizio criminale dei Forastefano avrebbe generato un diffuso timore tra gli operatori commerciali e gli imprenditori vittime di estorsioni, per godere della “protezione” delle loro attività economiche e beni aziendali. Si tratterebbe di un sodalizio che estende la sua influenza su un territorio caratterizzato, in tempi recenti da una sequenza di vicende omicidiarie, che denota la pericolosità della criminalità operante nell’area. A fronte degli imprenditori che, a differenza del passato, hanno denunciato le vessazioni subite, altri sono stati cooptati, a vario titolo, dal sodalizio, anche per programmare e consumare, avvalendosi delle società da questi gestite nel settore agricolo, sistematiche truffe ai danni dell’INPS, con l’apparente rappresentazione di rapporti di lavoro fittizi, fonte di finanziamento del sodalizio medesimo. Le mire imprenditoriali si sarebbero estese inoltre al settore degli autotrasporti, monopolizzato grazie a un “cartello” di ditte riconducibili, direttamente o indirettamente, al clan e votato all’acquisizione, spesso forzosa, delle commesse di altri operatori del settore. Una penetrazione quasi totalizzante nel tessuto sociale ed economico della zona, resa possibile anche dalla pax mafiosa stipulata con gli storici rivali con i quali si sono in passato contrapposti per il controllo criminale. Il superamento della antica contrapposizione sarebbe, plasticamente, evidenziato dalla consumazione di alcuni reati di estorsione e truffa nei quali concorrono soggetti che gravitano nei contesti delle storiche consorteria un tempo avversarie. L’indagine avrebbe, ancora una volta, registrato la necessaria cooperazione, al fine del perseguimento del programma del sodalizio di ‘ndrangheta, da parte di professionisti e imprenditori per i quali è stato ipotizzato il concorso esterno in associazione mafiosa, per avere, in particolare i professionisti (un avvocato e un commercialista), assunto il ruolo che può definirsi di “consigliori”, lasciandosi coinvolgere nell’attività degli esponenti del sodalizio di ‘ndrangheta, fornendo consigli, pareri ed assistenza contra legem, suggerendo sistemi e modalità di elusione fraudolenti, funzionali a conseguire gli scopi dell’associazione stessa. Con l’ordinanza eseguita stamane è stato disposto anche il sequestro preventivo di terreni, fabbricati, quote societarie, imprese individuali e autovetture riconducibili a membri della famiglia Forastefano o ai loro prestanome, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.

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