
Nella relazione del Ministro dell’Interno, relativa al secondo semestre 2018, contenente l’attività svolta ed i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia sono indicate le cosche della ‘ndrangheta e le azioni criminose verificatesi. Di seguito, proponiamo l’estratto riguardante la provincia di Vibo Valentia:
“La provincia di Vibo Valentia continua a costituire territorio di riferimento del locale di Limbadi e, nello specifico, della famiglia Mancuso, in solida alleanza con le cosche reggine, in particolare quelle della Piana di Gioia Tauro.
Nel corso del semestre il territorio è stato segnato da una certa effervescenza criminale. A Nicotera due recenti agguati mortali sono stati risolti con l’arresto dei rispettivi responsabili. Nell’ordine, il 12 agosto 2018, nella frazione Marina, Timpano Francesco, contiguo al locale di Limbadi, è stato ucciso con colpi di arma da fuoco. I successivi accertamenti hanno portato all’identificazione di un pluripregiudicato, quale responsabile del delitto.
Il successivo 4 settembre 2018, i Carabinieri hanno eseguito la cattura, sempre a Nicotera, di 2 ambulanti, contigui a gruppi di ‘ndrangheta, in quanto ritenuti autori dell’omicidio, con occultamento e soppressione di cadavere, di Piperno Stefano. L’uccisione avvenne il 19 giugno 2018, a seguito di una lite originata da motivi connessi allo spaccio di cocaina.
L’estrema pericolosità della cosca Mancuso – non solo nel profilo militare ma anche in quello, più insidioso delle infiltrazioni negli apparati politico-amministrativi e nel mondo imprenditoriale – ha trovato un’ulteriore conferma nella già segnalata operazione “Via col vento”118, conclusa nel mese di luglio. Le indagini hanno fatto luce su numerosi episodi estorsivi in danno sia delle società multinazionali impegnate nella realizzazione dei parchi eolici nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, sia delle imprese appaltatrici non colluse, costrette a corrispondere alle cosche una percentuale sull’importo delle opere da eseguire. Con rifememento al territorio vibonese, gli imprenditori interessati dovevano interfacciarsi con i Mancuso e con gli Anello di Filadelfia. Nel medesimo contesto operativo è stato eseguito il sequestro preventivo di 6 società, 3 delle quali con sede nella provincia in esame.
Sempre nel mese di luglio, a Vibo Valentia ed in diverse province italiane, nell’ambito dell’operazione denominata “Giardini segreti”, la Polizia di Stato ha eseguito una misura restrittiva nei confronti di 18 persone, ritenute partecipi di un’associazione per delinquere operante in provincia di Vibo Valentia, con ramificazioni anche in altre province, finalizzata alla produzione, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana, facente capo al figlio di un elemento apicale della cosca Mancuso di Limbadi. Nel corso dell’indagine è emerso come l’uomo acquistasse on-line i semi di cannabis da destinare alla coltivazione nelle piantagioni del vibonese tramite un sito internet, riconducibile ad una società con sede legale a Genova. Da una stima operata dagli investigatori, lo stupefacente così prodotto, immesso sul mercato al dettaglio, avrebbe fruttato circa 20 milioni di euro. Nel corso dell’operazione è stato, inoltre, eseguito il sequestro preventivo di 18 filiali riconducibili al circuito di vendita della menzionata società, ubicati ad Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti, Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona. Nel medesimo contesto l’Autorità giudiziaria ha disposto l’oscuramento del sito internet utilizzato dalla catena di vendita.
Tornando alla descrizione delle dinamiche criminali del territorio, nel capoluogo permane l’operatività della famiglia Lo Bianco.
Nell’area di Mileto insistono invece i Pititto-Prostamo-Iannello e, nella zona marina, i Mantino-Tripodi, nonché le famiglie Fiarè-Razionale nel territorio di San Gregorio d’Ippona, mentre i Bonavota, i Petrolo e i Patania operano nei territori di Sant’Onofrio e Stefanaconi.
Nel mese di luglio la Guardia di finanza ha dato esecuzione a un decreto di sequestro nei confronti di un sodale della famiglia Pititto, coinvolto nella nota operazione “Stammer”. Il provvedimento ha riguardato una ditta individuale, quote societarie, immobili, una autovettura e diversi rapporti bancari e finanziari per un valore complessivo stimato in oltre un milione di euro. Tra Briatico e Tropea insistono le famiglie Accorinti e La Rosa, mentre nei Comuni di Pizzo e Francavilla Angitola la famiglia Fiumara, tutte consorterie satellite dei Mancuso.
Nei comuni di Soriano, Sorianello e Gerocarne (area delle Serre) risulta operativo il clan Loielo, verosimilmente in contrapposizione agli Emanuele. Gli stessi risultano alleati, rispettivamente, dei Ciconte e degli Idà.
La cosca Anello-Fruci è attiva su Filadelfia, mentre a Serra San Bruno esercita la propria egemonia la famiglia Vallelunga-Viperari, che orbita anche tra le province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria, sino al territorio di Guardavalle, in località Elce della Vecchia, zona di primaria influenza della famiglia Novella, che annovera consolidate proiezioni anche in Lombardia”.